La riflessione risale al giugno dello scorso anno; ma non ha perso la sua ineludibile pregnanza ed è tuttora da prendere in seria considerazione.
La crisi demografica e l’avanzata islamica rendono più che mai attuale l’esortazione lanciata nel 2003 da papa Giovanni Paolo II di Antonio Gaspari
Era il 28 giugno del 2003 quando il servo di Dio Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Europa gridava: “non avere paura, svegliati Europa, ritrova te stessa! Rinnova le tue radici cristiane!”. A distanza di circa sette anni, quell’appello è diventato quanto mai urgente e profetico. La crisi di civiltà che sfida il mondo in questo inizio di terzo millennio trova nell’Europa la sua origine e la sua soluzione. L’aspetto più grave della congiuntura non riguarda la crisi economica-finanziaria, che paradossalmente, con l’Euro più debole, potrebbe riavviare l’economia reale, favorendo le esportazioni e incrementando le opportunità di lavoro.
La vera natura della crisi profonda dell’Europa è causata dal drammatico crollo delle nascite. Dalla metà degli anni Settanta, da quando cioè sono emerse le leggi che hanno legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza, le culle vuote si sono moltiplicate, i giovani sono diminuiti e gli anziani aumentati. Secondo il rapporto sulla Famiglia in Europa stilato dall’Instituto de Política Familiar (IPF) e calcolato sui dati forniti dall’Eurostat, nei 27 Paesi membri dell’Unione Europea nel 2008 si è praticata un’interruzione volontaria di gravidanza ogni 26 secondi, 138 all’ora, 3.309 ogni giorno, per un totale di 1.207.646 aborti in un anno. La dimensione del fenomeno è drammatica. Negli ultimi 15 anni (1994-2008) sono stati effettuati negli ospedali dei Paesi della Ue oltre 18 milioni di aborti, facendo dell’interruzione volontaria di gravidanza la prima causa di morte nella Ue. Il fenomeno delle culle vuote ha stravolto il rapporto tra numero di giovani e persone anziane. Negli ultimi 15 anni, nell’Unione Europea, la popolazione con età inferiore ai 14 anni è passata da 89 milioni del 1993 a 74,8 milioni del 2008, con una riduzione di oltre dieci milioni di giovani. In Italia attualmente c’è un teenager ogni sette persone e un over 65 anni ogni cinque persone. Se il trend demografico di un continente che invecchia e non fa bambini non viene ribaltato, è chiaro che L’Europa non avrà le forze né l’energia per affrontare e superare le crisi di questo terzo millennio, ed è destinata ad un triste decadimento.
È inoltre evidente che l’indebolimento delle virtù e dell’identità degli europei è connessa all’abbandono della pratica religiosa. Risulta infatti dall’Atlante del cristianesimo globale, presentato di recente ad Edimburgo, che la religione di Cristo sta crescendo in tutto il mondo ad eccezione dell’Europa e dei Paesi di prima evangelizzazione. Ma mentre nei Paesi del Medio Oriente, è stato l’Islam a cancellare i cristiani, in Europa è la divisione delle varie confessioni, la secolarizzazione, la debolezza dei cristiani che sono confusi e che quasi si vergognano di essere seguaci di Cristo, timorosi di testimoniare la loro fedeltà al Papa di Roma ed alla Chiesa cattolica, che favorisce la riduzione della fede. I cattolici nel mondo sono oggi 1,15 miliardi, pari al 16,7 della popolazione del pianeta. Tra le confessioni cristiane i cattolici sono il 50,4%, i protestanti sono il 18,3%, gli ortodossi il 12%, e gli anglicani il 3,8%. Cattolici e cristiani insieme sono al primo posto delle religioni con il 33,2 per cento della popolazione mondiale. Però si tratta della stessa percentuale rilevata nel 1910. È ingente la crescita dei cristiani nei Paesi del Sud del Mondo, bilanciata dal declino dei paesi di prima evangelizzazione, con particolare indebolimento dell’Europa. Impetuosa la crescita dei musulmani che nel 1910 erano il 12,6% dell’umanità e che oggi sono il 22,4%. Considerando che nel 2050 la popolazione mondiale potrebbe essere di 9,2 miliardi, per i cristiani è prevista una crescita fino al 35% del totale, con i musulmani che arriverebbero al 27%.
Il crollo demografico insieme all’indebolimento della fede cristiana in Europa sta favorendo la crescita dell’Islam in uno scenario che la compianta Oriana Fallaci ha chiamato Eurabia. E non è tanto lontano dalla realtà, visto che, se vi capita di andare a Londra, troverete ragazzi musulmani che indossano magliette in cui è scritto “nel 2030 comanderemo noi!”. E come si esce dal rischio di diventare Eurabia? Tra le tante risposte quella più convincente rimane quella formulata dalla Chiesa Cattolica e cioè “riscoprendo le radici cristiane dall’Europa”. In seguito al viaggio a Malta del Pontefice Benedetto XVI, Massimo Introvigne ha scritto: “I viaggi del Papa, non sono mai occasionali. A Malta Benedetto XVI è venuto per rilanciare uno dei temi che alle lobby ha dato fastidio e su cui si vorrebbe farlo tacere: quello dell’Europa che o è cristiana e riconosce la sua storia o non è. In Germania e in Austria il Papa aveva ripreso l’appello di Giovanni Paolo II a riconoscere anche nei testi costituzionali dell’Europa le radici cristiane. In Francia aveva precisato che queste radici sono monastiche, che la cultura europea si è formata con l’azione civilizzatrice dei grandi monasteri del Medioevo. A Malta aggiunge un altro tassello: le radici dell’Europa sono paoline.
La grandezza del nostro continente nasce dal comando di Dio a San Paolo di “passare in Europa”. Anche a Oriente c’erano ricche civiltà. Ma la Provvidenza diresse la nave di Paolo verso l’Europa, non verso l’Asia, e così nacque quello che chiamiamo Occidente”.
E Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Europa aveva detto: “Europa che sei all'inizio del terzo millennio Non temere! Il Vangelo non è contro di te, ma è a tuo favore. (…) Abbi fiducia! Nel Vangelo, che è Gesù, troverai la speranza solida e duratura a cui aspiri. È una speranza fondata sulla vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Questa vittoria Egli ha voluto che sia tua per la tua salvezza e la tua gioia. Sii certa! Il Vangelo della speranza non delude! Nelle vicissitudini della tua storia di ieri e di oggi, è luce che illumina e orienta il tuo cammino; è forza che ti sostiene nelle prove; è profezia di un mondo nuovo; è indicazione di un nuovo inizio; è invito a tutti, credenti e non, a tracciare vie sempre nuove che sboccano nell'Europa dello spirito, per farne una vera ‘casa comune’ dove c'è gioia di vivere”.
[Fonte: L'Ottimista Giovedì 17 Giugno 2010 00:17]
1 commento:
è profezia di un mondo nuovo; è indicazione di un nuovo inizio; è invito a tutti, credenti e non, a tracciare vie sempre nuove che sboccano nell'Europa dello spirito, per farne una vera ‘casa comune’ dove c'è gioia di vivere”.
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'vie sempre nuove'?
che fine ha fatto la "Via, Verità e Vita"?
E' il caso di chiedersi: l'Europa di quale spirito, se non è quello di Cristo Risorto di cui nemmeno il Papa fa più il Nome?
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