lunedì 15 febbraio 2021

Meloni: "Il governo Draghi è la morte della democrazia". Intervista

Fratelli d'Italia ha convocato alle 18 la Direzione Nazionale, riservata ai soli componenti e allargata ai gruppi parlamentari, che avrà come punto all'ordine del giorno relazione con la quale il presidente Giorgia Meloni proporrà che Fratelli d'Italia voti contro la fiducia al nuovo Esecutivo
Intervista di Affaritaliani.it a Giorgia Meloni prima dell'importante riunione dei vertici di Fratelli d'Italia

Che cosa non va nel governo Draghi?
"Non va innanzitutto il fatto che, di fronte al fallimento della precedente maggioranza e del tentativo di rimetterla in piedi, sia stata ancora una volta scelta la strada del Palazzo e non quella delle urne. Si doveva e si poteva votare, come fanno in tutto il mondo. Ieri ancora in Catalogna, dove peraltro i nostri fratelli di Vox hanno ottenuto un risultato storico che conferma lo stato di salute dei partiti conservatori in Europa. Poi non funziona l’idea che basti Draghi, figura certamente rispettabile, per tenere insieme quello che insieme non può stare. Un governo ammucchiata che faticherà moltissimo a dare le risposte che gli italiani attendono, come stiamo già vedendo in queste ore. Noi in Parlamento, dall’opposizione, cercheremo di sostenere i ministri di centrodestra ma sarà dura. Questo è un governo che nasce a trazione Pd, sia con i ministri politici chiamati a rappresentare le varie correnti Dem, sia con molti di quelli “tecnici” che vengono da sinistra. Altro che “governo dei migliori”...".

Quali sono le priorità di Fratelli d'Italia per il governo e per il Paese?
"Noi abbiamo portato a Draghi le nostre priorità. Un nuovo Recovery Plan che metta al centro le infrastrutture, il sostegno alle imprese, la sicurezza e la natalità. Il superamento della fallimentare gestione Arcuri. Uno shock fiscale per le imprese, interventi per contrastare la pandemia senza massacrare ulteriormente l’economia, prevedendo la riapertura in sicurezza di tutte le attività e ristori sostanziosi e proporzionati alla perdita di fatturato. Blocco delle partenze dei clandestini dal nord Africa. Insomma, su tutto questo e su molti altri temi, Fratelli d’Italia c’è e ci sarà con le sue proposte. Ma lo faremo stando coerentemente all’opposizione, anche perché in democrazia i governi in cui tutti stanno in maggioranza dovrebbero preoccupare.. e invece qui tutti festeggiano, facendo a gara a salire sul carro di Draghi senza nemmeno conoscere programma e intendimenti. Per ora conosciamo solo la lista dei ministri e francamente ci aspettavamo di più. Anche per questo proporrò alla Direzione Nazionale di FdI di votare No alla fiducia".

Pensa che il governo Draghi durerà fino al 2023 o le elezioni potrebbero esserci già a settembre o nel 2022?
"Per quanto ci riguarda, ci auguriamo che le elezioni arrivino prima possibile e l’Italia cessi di essere una democrazia sospesa in cui i partiti, tacciati di aver fallito, accolgono come salvatori premier tecnici non eletti. Questa è la morte della democrazia. Ed è un’anomalia solo italiana, come ha ben sottolineato l’Economist. Ho letto Massimo Cacciari, non certo un pericoloso sovranista, dire che se diamo ai cittadini il messaggio che nei momenti di emergenza la politica non è in grado di assumersi le proprie responsabilità, smetteranno di credere nella democrazia. E dire che le grandi riforme di cui tutti si riempiono la bocca non le hanno mai fatte i tecnici ma le possono fare soltanto maggioranze omogenee e coese. Sono d’accordo con lui".

Il Centrodestra sarà unito alle elezioni amministrative di primavera?
"FdI ha sempre convintamente presidiato il campo del centrodestra, siamo rimasti noiosamente monogami anche quando gli altri partiti della coalizione si concedevano alleanze variabili. Perché è già successo in passato che il centrodestra si dividesse sul piano nazionale e negli stessi mesi si presentasse unito e vincente a livello locale. Continueremo a governare insieme 14 regioni e ci presenteremo insieme per salvare dal malgoverno di sinistra e M5S città importantissime come Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. Dopo la fiducia ci incontreremo e definiremo i candidati sindaco della coalizione".

Il Ministro Speranza ha chiuso di nuovo le piste da sci.. su questo non sembra essere cambiato molto tra il governo Conte e il governo Draghi...
"Quanto è accaduto è un fatto gravissimo: cittadini e operatori trattati come sudditi, avvisati a mezzo stampa dopo essersi preparati da mesi alla riapertura, aver assunto personale, fatto scorte, accettato prenotazioni che dovranno rimborsare. Il tutto in attesa di ristori indefiniti e senza averne percepiti in questi mesi. Sul piano politico la totale continuità tra il Conte 2 e Draghi, con Speranza e i suoi consulenti che imperversano decidendo cosa chiudere e quando. A proposito di continuità e litigiosità, se il buongiorno si vede dal mattino, ci saranno molti milioni di italiani a cui dovremo dare voce. Sicuramente lo faremo con il mondo della montagna che merita rispetto e speranza, quella vera". - Fonte

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Chi sostiene che lo sci è un’attività sacrificabile ignora che il turismo invernale è un asset economico insostituibile e non si rende conto che per tanti territori è l’unica fonte di ricchezza e occupazione. Chi vive e lavora in montagna merita rispetto, va sostenuto nell’accesso ai servizi e chiede che lo Stato sia un alleato per favorire residenzialità, combattere lo spopolamento e rilanciare l’imprenditorialità. I commenti approssimativi, i pregiudizi e l’ironia che sto leggendo in queste ore per giustificare la folle scelta di Draghi e Speranza di rinviare, peraltro con poche ore di preavviso, la stagione sciistica amatoriale sono un affronto per tantissimi nostri connazionali. Fratelli d’Italia è l’unico partito ad aver celebrato più volte gli Stati Generali della Montagna e ad aver difeso in Parlamento le istanze di tutti quei cittadini che chiedono di poter continuare a vivere e lavorare dove sono nati e cresciuti: lo dimostra la mozione approvata alla Camera ormai un anno fa, rimasta lettera morta per colpa della sinistra e della maggioranza. La montagna è un pezzo dell’identità italiana e non può essere umiliata in questo modo. (Giorgia Meloni)

Anonimo ha detto...

https://olivierdemeulenaere.wordpress.com/2021/01/12/nous-sommes-dans-une-longue-seance-de-torture-dont-lobjectif-est-de-nous-soumettre-au-mondialisme-lucien-cerise/

Anonimo ha detto...

https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/26238739/giorgia-meloni-intergruppo-matteo-salvini-silvio-berlusconi-parlamento.html

Anonimo ha detto...

Ecco la mia lettera pubblicata questa mattina da "La Repubblica" dove spiego perché Fratelli d'Italia rimarrà convintamente all'opposizione di questo Governo

Caro Direttore,
in molti hanno fatto dell’europeismo lo spartiacque su cui il nuovo governo è nato, ma in realtà si sarebbe dovuto parlare dell’adesione di una certa visione di Europa.
Lo stesso Draghi, nel suo intervento programmatico, ha ben chiarito la sua prospettiva: quella di una sempre maggiore cessione di sovranità dagli Stati nazionali all’Unione europea.

Ecco, noi abbiamo una visione diversa e non per questo siamo nemici dell’Europa. Anzi. La famiglia dei Conservatori europei, che ho l’onore di presiedere, vorrebbe un’Europa migliore, capace di concentrare i propri sforzi su alcune materie importanti sulle quali può offrire davvero un valore aggiunto, anziché chiedere sempre più poteri senza spesso sapere nemmeno esercitarli. Prendiamo come ultimo esempio il contrasto alla pandemia: ha senso che l’onnipresente UE non abbia una strategia unica neppure in tema sanitario o di lockdown? E così via, dalla politica estera alla difesa passando per la ricerca.

Del resto, e qui sta il punto politico, la visione confederale dell’Europa a cui ci ispiriamo ha sempre avuto piena cittadinanza nel dibattito europeo: dai padri fondatori che costruirono l’Europa sul motto “uniti nelle diversità” fino all’Europa delle Patrie di De Gaulle. Soltanto negli ultimi anni la narrazione mainstream ha costruito l’equazione tra europeismo e super-Stato Ue. Un’equazione che noi respingiamo nel nome di quella che Roger Scruton, gigante del pensiero conservatore scomparso un anno fa, definiva la “vera Europa”.
L’europeismo rischia quindi di diventare una foglia di fico dietro la quale coprire un’operazione, quella del governo Draghi, costituzionalmente legittima ma politicamente senza eguali in Europa e forse nel mondo democratico.

Già, perché nessun altro Stato europeo è guidato da un Presidente del Consiglio che non abbia ottenuto, direttamente o indirettamente, un mandato nel corso delle elezioni politiche. Modello confederale e legittimità popolare, sono due prerogative dei movimenti conservatori, per questo tra i 44 partiti che aderiscono ai Conservatori europei, non ce n’è uno che stia al governo con le sinistre federaliste e globaliste. Un governo a guida tecnica nato nelle dinamiche di palazzo è un’anomalia soltanto italiana - lo ha sottolineato qualche giorno fa persino l’Economist - perché normalmente, nelle democrazie, il ricorso alle urne viene considerato il momento più alto e non una tentazione golpista. E perché, come ha ben spiegato Massimo Cacciari, se nei momenti di difficoltà la politica non trova la forza per assumersi le proprie responsabilità, i cittadini finiranno per pensare che se ne possa fare a meno. Così come è incomprensibile la tesi secondo la quale la scelta di Fratelli d’Italia di garantire una opposizione sarebbe irresponsabile e contraria all’interesse della Nazione. E’ semmai il contrario, atteso che senza opposizione non può esistere democrazia.

Dal nostro punto di vista, quindi, non si tratta né di essere pro o contro Draghi - personalità certamente rispettabile - e nemmeno di essere pro o contro l’Europa, sulla cui costruzione futura è legittimo avere opinioni differenti. Si tratta, più semplicemente, di non rassegnarsi all’idea che quella italiana sia una democrazia dimezzata, nella quale il voto dei cittadini conta sempre meno e quando il gioco si fa duro arriva qualcuno calato dall’alto per provare a fare ciò che chi viene scelto dal popolo non saprebbe certamente fare. A questo racconto, che fa dell’Italia una Nazione arretrata e non un’avanguardia come si vuole raccontare, Fratelli d’Italia non si piegherà mai.

Anonimo ha detto...

Giorgia Meloni
Ringrazio il Primo Ministro dell’Ungheria Viktor Orbán per la lettera che mi ha inviato. Condividiamo un percorso comune basato su valori non negoziabili e lavoriamo insieme per un futuro di crescita e rilancio delle nostre Nazioni.
«Onorevole Presidente, vorrei cogliere l’occasione in questo periodo difficile per ribadire la nostra disponibilità a cooperare con Lei e il Suo partito.
Dopo aver passato sedici anni all’opposizione, ho imparato che la vittoria non è mai definitiva e la sconfitta non è mai fatale. Conta una cosa sola: se siamo pronti a continuare la lotta. A tal proposito servono compagni di battaglia affidabili che abbiano una visione comune del mondo e diano risposte simili alle sfide dei nostri tempi. Auspico che la cooperazione tra Fidesz – Alleanza Civica Ungherese e Fratelli d’Italia continuerà anche in futuro e che riusciremo a mantenere le nostre relazioni di amicizia basate sulla politica del buon senso, sui valori cristiani e conservatori.
Le auguro molta forza per fronteggiare le sfide che si prospettano e tanto successo e buona salute nell'affrontare i suoi impegni carichi di responsabilità.
Distinti saluti, Viktor Orbán».