lunedì 22 aprile 2019

Siamo proprio sicuri che Mattarella sia imparziale?

Nei giorni scorsi è partito il fuoco di sbarramento sull’immigrazione, perché ora dobbiamo accogliere tutti gli immigrati libici dal momento che scappano dalla guerra, mettendo così in difficoltà la linea dura del ministro dell’Interno. Poi l’indagine della magistratura sul caso SeaWatch e due giorni fa l’inchiesta per corruzione riguardante Armando Siri. Il tutto nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni europee del 26 maggio. Le danze sono dunque iniziate sempre sotto la stessa musica. Salvini stava andando troppo forte e si è messo in moto l’intero establishment per fermarlo.
Ieri l’ultima mazzata, ma stavolta proveniente da un insospettabile. Si è scomodato addirittura il Presidente della Repubblica, che in una intervista rilasciata alla rivista francese Politique Internationale ha espresso il concetto che “il vento del sovranismo non minaccerà l’esistenza dell’Ue”. A noi non importa quale sia il pensiero di Mattarella sul sovranismo, bensì il fatto se possa o meno dire una cosa del genere.
Il Presidente della Repubblica esercita le sue funzioni quale organo super partes, cioè non può prendere una posizione che avvantaggi l’una o l’altra forza partitica, questa o quella dottrina politica. Ma con quella intervista ha preso posizione per una parte contro un’altra. Vediamo perché.
Le vicissitudini della politica sono tante e mutano al mutare della storia. Negli ultimi anni si è assistito al superamento delle categorie politiche di “destra” e “sinistra” che hanno lasciato il posto alle nuove categorie di “sovranismo” ed “europeismo” (come forma europea del globalismo). E’ un dato di fatto ormai sotto gli occhi di tutti e che non si può far finta di non vedere.
Ma se la politica muta, il ruolo del capo dello Stato – quantomeno in quello che riguarda la sua imparzialità rispetto alle forze in gioco – non può mutare, egli deve sempre restare arbitro al di sopra delle parti. Insomma, non può scendere in campo a sostegno (ieri) della destra o della sinistra, oggi dell’europeismo o del sovranismo.
Eppure, nel caso di Mattarella, sembra non essere così. E’come se, negli Anni Sessanta, Saragat avesse detto che il comunismo non prenderà mai piede in Italia. La sinistra parlamentare ne avrebbe chiesto immediatamente la messa in stato di accusa. Altri tempi, altri uomini, altre sensibilità costituzionali. Ma il dato di fatto saliente resta: il capo dello Stato non può assumere pubblicamente – ieri come oggi – posizioni politiche nette, soprattutto in campagna elettorale.
Il sovranismo è nuova dottrina politica di pace che mira al ritorno sulla scena politica internazionale degli Stati nazionali, senza per questo negare l’idea dell’Europa. Tanto la Lega quanto Fratelli d’Italia sono oggi partiti sovranisti. Attaccare così apertamente il sovranismo significa attaccare due forze politiche, proprio all’ inizio di una campagna elettorale che vede entrambe in forte crescita.
Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero del 20 aprile 2019.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

- le continue pubbliche esternazioni di Fico sugli accoglimenti , invisi dagli Italiani ed ormai dalla piu' gran parte di Europa...ed il manifesto suo allineamento con le tesi della boldrini, bonino ecc. in materia di invasione straniera certificata dai fatti, gia' ferocemente repulse dal Popolo Italiano nella quasi sua interezza , .non hanno tardato ad avviare il graduale affossamento del Mov5Stelle , cosi destinato, come il PD, a doversi accontentare del suo zoccolo duro,..... proprio come il PD, il cui tracollo e' sotto gli occhi di tutti......................... ..... ............ininterrotta di contro prosegue invece la marcia trionfale, di un Salvini deciso ad onorare la volonta' del Popolo Italiano...nonostante i vari tentativi di golpe messi in atto da un potere giudiziario nella parte in cui scelleratamente si e' tinta di rosso...

Anonimo ha detto...

http://m.ilgiornale.it/news/2019/04/21/mattarella-congela-la-crisi-stop-a-elezioni-anticipate/1682706/

Anonimo ha detto...

La Brexit è emblematica...

Si può essere pro o contra la Brexit. Ma quel che sta accadendo è grave: il popolo ha votato Brexit, i padroni del capitale stanno facendo di tutto per impedire il Brexit. Sempre più la democrazia diventa un flatus vocis.
(Diego Fusaro)

Anonimo ha detto...

http://m.ilgiornale.it/news/2017/11/11/sotto-le-5-stelle-il-rosso-sono-uguali-ai-comunisti/1462007/

Anonimo ha detto...

L'ASSIST DI MATTARELLA AI MEDIA

Il Costituzionalista che "gioca" con la Costituzione.
Nel promulgare la legge sulla legittima difesa il Presidente della Repubblica si avvale in modo "originale" delle prerogative che gli attrbuisce la Costituzione e nello specifico degli articoli 87 comma 2 che rimanda all'art. 74 sempre della Costituzione, ovvero la facoltà di mandare un messaggio alle camere e chiedere una nuova deliberazione che in ogni caso in seconda battuta è tenuto a promulgare, Qundi non si capisce il senso di voler interpretare la legge e dare indicazioni alle camere e al governo comunque promulgandola, la legge la interpretano i giudici lui può solo indicare profili di incostituzionalità punto ! E firmandola evidenzia che non ve ne sono quindi la lettera alle camere non ha senso visto che dopo la firma non riguarda più gli organi legislativi ma solo i Giudici che devono interpretarla e se voleva mandare indicazioni indirettamente ai Giudici ugualmente non è nelle sue prerogative visto l'indipendenza della magistratura riconosciuta dalla Costituzione, l'unico effetto della lettera "originale" alle Camere è il mantra di giornali e opposizioni nel criticare in piena campagna elettorale con un "supporto" autorevole una legge da sempre avversata politicamente e terreno di duro scontro soprattutto adesso a poche settimane dalle elezioni: insomma un'assit !

mic ha detto...

Cito Federico Michielan:

IO NON SONO UN EX GIUDICE COSTITUZIONALE, MA non capisco che valore abbia questa specie di “nota explicativa praevia” o raccomandazione del Presidente della Repubblica nel momento in cui promulga una legge.

Tra l’altro ricordo che la controfirma del Presidente non è un atto dovuto.

Rimango perplesso, ma d’altronde Mattarella non è nuovo a queste operazioni quantomeno strane...

Maria Guarini ha detto...

presenta come una lettera aperta al presidente Sergio Mattarella l’editoriale di Vittorio Feltri oggi su Libero. Il giornalista dice la sua sul tema fascismo-comunismo e lo fa da “semplice cronista” che ha “leggiucchiato” di storia.

Non è vero – argomenta Feltri – che il fascismo non fece mai cose buone come vorrebbe Mattarella, poiché “l’avvento delle camicie nere ha impedito il trionfo del bolscevismo e non mi pare che le bandiere rosse fossero migliori delle prime”. Il comunismo è stato una “sciagura”, continua Feltri, ma una sciagura rimossa. “Non c’è nessuno, nemmeno il capo dello Stato, che ne rammenti le stragi, gli atti contro l’umanità, le soperchierie. Tutti zitti e ancora ossequiosi nei confronti delle dittature rosse, quasi fossero state qualcosa di salvifico e degno di lode”. Il fascismo non va assolto, precisa infine, ma gli accadimenti di Ungheria e Cecoslovacchia non possono essere archiviati “sotto la voce di piccoli incidenti di percorso” per non dire delle “schifezze dei gulag” e delle “prodezze di Togliatti a riguardo degli alpini nostrani”.
Risultato? “I marxisti continuano ad essere apprezzati e i camerati sputacchiati”. Si liquidano i repubblichini e si tollerano i compagni: un pensiero “distorto” basato su falsità storiche inaccettabili. “Ci dispiace – è il finale di Feltri – che persino un uomo probo della statura di Mattarella si adegui all’andazzo e avalli la tesi dei progressisti di nome e non di fatto, gente faziosa e priva di giudizio”.
https://www.secoloditalia.it/2019/04/vittorio-feltri-contro-mattarella-perche-non-dice-che-i-rossi-sono-peggio-dei-neri/

Liberoquotidiano ha detto...

....
Nicola Zingaretti e il suo circo hanno capito che l' opposizione logora molto più del potere. Per risalire la corrente hanno svoltato verso l' antico. E qui hanno trovato sulla stessa rotta i seguaci del comico genovese, che vengono in gran parte dai centri sociali. Basta centro, al diavolo tentazioni di inciuci con Forza Italia, il Pd gioca all' ala sinistra. Ed è a questo punto che Enrico Franceschini, il più rapido della compagnia a cambiare le vele e a girare il timone, ha puntato esplicitamente a un futuro di governo con i grillini.

5- Da un po' di tempo si stavano elaborando giustificazioni ideologiche per la copula politica. Già nel dicembre scorso Micromega aveva riproposto una distinzione tra populismi. Uccidere quello di destra, impalmare quello grillino. Un articolo di Giacomo Russo Spena aveva questo titolo: «Solo il populismo (di sinistra) ci salverà». Ora il Pd - dopo le mosse dell' ultimo mese di Di Maio & C. - sta togliendo le parentesi. Persino un uomo prudente e avveduto come Enrico Letta da mesi aveva intravisto questa possibile congiunzione. Era stato il primo a elogiare come provvedimento sacrosanto e da appoggiare come figlio legittimo dei progressisti il reddito di cittadinanza made in Cinquestelle.

ODIO COMUNE
6- Ce la faranno a diventare soci? Dopo anni di botte da orbi intanto stanno abbattendo muri e costruendo ponti, in ossequio agli slogan di moda. Tutto congiura al fatale connubio. Se l' amore in politica, specie nella formazione di alleanze, è un sentimento volubile e poco redditizio, l' odio è un collante formidabile.
M5S e Pd+Leu proprio il 25 aprile hanno condotto congiuntamente una esercitazione paramilitare per isolare ed eliminare il Nemico Comune, identificandolo con Salvini. Da qui alla decisione di una fuitina insieme il passo è molto breve.

7- Vediamo ora il versante della Lega. Che fare? A Salvini conviene stare a guardare. I due soggetti, agitandosi all' unisono contro di lui per fargli la pelle, finiranno per incaprettarsi.
Qui sta la prevedibile differenza di destino tra il capo della Lega e Renzi. Il Matteo fiorentino diede guerra a tutti, finendo per trafiggersi con il suo stesso spiedo per troppo impeto. Il Matteo milanese lascia che gli avversari affondino nei loro ridicoli appelli partigiani. Ciao, belli.

di Renato Farina