lunedì 16 marzo 2020

“Abbiamo dato all’Europa 92 miliardi e 58 al MES… Potevamo costruire 500 ospedali”

Le misure annunciate dal Governo per far fronte all’emergenza coronavirus promettono 25 miliardi di euro da stanziare in questi mesi.
Questi soldi sarebbero da destinare ad un risanamento dell’economia italiana messa in ginocchio dalla situazione di quarantena a cui è sottoposto tutto il Paese.
Nel frattempo continuano a far discutere le parole di Christine Lagarde: “Non siamo qui per chiudere gli spread” che hanno fatto insorgere molti che, sottolineano, come il nostro Paese sia contributore netto in Europa.
Quali sono le misure che dovrebbe adottare la BCE per aiutare l’Italia? I soldi tagliati alla sanità dove sono stati reinvestiti? Quanti soldi servirebbero per riportare la sanità italiana ai fasti di un tempo?
Ecco cosa ne pensa Valerio Malvezzi intervenuto ad ‘Un Giorno Speciale’ con Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

“ I negazionisti dicono che non è vero che abbiamo ridotto i fondi per la sanità quelli come me invece dicono che è vero.
Lo stanziamento al Fondo Sanitario Nazionale è vero che è sempre aumentato ma il ragionamento è sbagliato perché ogni anno il Servizio Sanitario Nazionale prevede la crescita dei cosiddetti LEA che sono i livelli essenziali d’assistenza che vuol dire che, quando si scoprono nuove malattie o quando servono nuovi servizi (basti pensare che negli ultimi anni sono arrivati 600 mila clandestini irregolari) insomma quando il bisogno della popolazione cresce, il SSN deve andargli dietro.
Negli ultimi anni sono stati inseriti nei LEA dal Ministero della Salute, le nuove tecnologie ma sempre a macchia di leopardo quindi vuol dire che la nuova tecnica viene prevista ma il MEF dice ‘cazzi vostri’ noi dobbiamo rispondere a Bruxelles e quindi vengono fatti tagli di bilancio.
La cosa più semplice da tagliare si chiama sanità perché se io dovessi aumentare l’Imu tutte le persone se ne accorgerebbero dopo 5 minuti e vanno in piazza, se invece io sono un burocrate e taglio sulla sanità la gente se ne accorge dopo anni.
La gente se la prende con i singoli ospedali e i giornali faranno da cassa di risonanza del neoliberismo.
A quel punto scatta un meccanismo che farà gridare i neo liberisti alla spending review ecco da dove nasce il problema del coronavirus.
Dal 2012 abbiamo tagliato circa 132 miliardi dalla sanità.
I medici e gli infermieri lavorano in una situazione di emergenza per via dei tagli.
In questi anni avremmo potuto costruire circa 500 nuovi ospedali invece abbiamo tagliato circa 359 tra posti letto e piccoli reparti.
Noi non dobbiamo dire grazie alla Germania, abbiamo 92 miliardi di contributi netti più 58 già stanziati per il MES.
L’attuale Governo sta facendo di tutto per accelerare sul MES che è quello che ha tagliato posti letto ed ospedali.
Oggi sta per cadere un castello di menzogne perché verrà un giorno in cui troveremo l’orgoglio di chiamarci per quello che siamo, non cittadini europei ma cittadini italiani.
I soldi che noi abbiamo dato al MES tagliandoli alla sanità sono finiti non ad altri cittadini dell’Europa ma a coprire operazioni speculative fatte da Banche del Nord Europa”. Fonte

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non appena arriveranno le misure economiche, che sostanzialmente saranno acqua fresca, riusciranno a tamponare la rivolta delle partite Iva per qualche mese. Quando non ci sarà più liquidità, e gli autonomi non avranno più denaro (la ripresa sarà durissima), questi protesteranno in piazza e per le strade
Ma il governo schiererà contro di loro l'esercito (Bava Beccaris è un precedente significativo).
Voi continuate pure ad applaudire Conte e a lanciare l'hashtag #iorestoacasa.
Mi raccomando, continuate a farvi rincoglionire coi flash mob sui balconi o cazzate di questo tipo.
Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

IL CONTE WINSTON DE LA POCHETTE NON VUOLE POLEMICHE E NON CONOSCE GUIDO BERTOLASO.

Ieri il Corriere della Sega ha concesso al Conte Winston de la Pochette una paginata di alti proclami in solitudine travestita da intervista. Gran giornalismo: aggressivo, polemico, coraggioso. Come sa esserlo solo quello del Corrierone, inginocchiato davanti a tutti i poteri. Forti, deboli, nostrani, europei, planetari. Basta che siano poteri.

“Non accetto che si facciano polemiche" ha sentenziato il Winston de noantri. E mi ha ricordato il ducione che, mentre l’Italia prendeva sberle su ogni fronte di guerra, fece appendere negli uffici questo cartello: “Qui non si discute di politica o di altra strategia. Qui si lavora!”. Tanto, a mandare la nave a definitivamente a picco, ci avrebbe pensato lui con la decisiva collaborazione di casa Savoia.

Zitti e mosca, insomma. E chi eccepisce che qualcosa non va se, ad esempio, la Protezione Civile dell’ineffabile Borrelli spedisce nella povera linaria 250.000 stracci da cesso gabellandoli per mascherine professionali, è un traditore della patria in armi.

Ancora: l’avvocato di volturata Appula sentenzia che l’Europa, grazie a madame von der Leyen, ci sosterrà e bla bla bla.

Coglione: l’Europa non esiste più. Ognuno sta facendo a modo suo. La Germania ha chiuso le frontiere fottendosene di Schengen. E lo ha fatto senza preavvisi o discussioni. Lo ha cruccamente comunicato a cose fatte.

La signora von der Leyen? Da lei e dalla sua Commissione per ora non è arrivato nulla di concreto se non una sequela di vaghe promesse – “Potrete fare debiti.” E grazie tante: saremo noi a doverceli pagare! - e un pistolotto in italiano che non avrebbe commosso neppure Edmondo de Amicis, che pure aveva il cuore tenerissimo.

Dall’Europa, di concreto, ci è arrivata solo una scarpa in faccia, lanciata da madame Lagarde, vecchia famula tuttofare di un altro avvocaticchio che molto presumeva di sé: Nicolas Sarkozy.

Ma a risponderle non è stato il Conte della Pochette: non sia mai detto che quell’azzimato figurino con ciuffo spalmato di Lady Grecian 2000, rimbecchi una signora. Non sia mai. È dovuto intervenire, svegliandosi dal suo sonno secolare, il presidente Mattarella, spazzolandosi dalla giacca la terra di Transilvania su cui dorme di giorno e probabilmente anche di notte.

Il peggio, tuttavia, il conte Winston de la Pochette lo ha toccato quando, parlando di Guido Bertolaso, ha detto. “Bertolaso? Non lo conosco.” Non lo consoci, nanerottolo? Non conosci quell'uomo tante volte decisivo e altrettante calunniato? Fatti un giro all’Aquila. E guarda le case che Bertolaso riuscì a metter su in TRE MESI. E paragonale alla baracche in cui i tuoi compagni di cordata hanno lasciato, in Umbria e Lazio, i terremotati. Che, nel tempo libero, contemplano macerie non ancora rimosse.

Ringrazia il cielo che Bertolaso, gratuitamente, stia ora lavorando in Lombardia. A mettere ordine dove la tua Protezione Civile diretta dal compagnuccio Borrelli, sta solo intralciando il lavoro di medici e infermieri, che si immolano senza misura di tempo e sacrifici.
Biagio Buonomo

Anonimo ha detto...

Antonio Maria Rinaldi
Oggi Zanni, Grant e Rinaldi hanno presentato due interrogazioni alla Commissione e alla BCE chiedendo i danni alla #Lagarde per le frasi irresponsabili pronunciate giovedì 12 scorso ai sensi dell’art.340 del TFUE (Lisbona)

Anonimo ha detto...

Se fosse confermato il totale abbandono dei lavoratori autonomi (vedesi limiti stupidi e assurdi per chiedere la sospensione dei mutui), per il bene della nazione Salvini, Meloni, Berlusconi e Renzi mandino a CASA questo governo di pericolosi incapaci!
#decretocuraitalia
Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

Tartassati e beffati!
Si capisce che chi scrive le norme non sa di cosa parla.
Ai lavoratori autonomi un rimborso di 600 euro (meno del Reddito di Cittadinanza).
Sospesi i pagamenti dei versamenti tributari e delle cartelle fino al 31 maggio 2020, però poi debbono essere versati in un’unica soluzione a giugno! Chi è obbligato a rimanere fermo con la produzione o con il fatturato durante questi mesi, deve avere il tempo necessario per recuperare liquidità, altrimenti i soldi dove li prende???
I versamenti dovrebbero essere spalmati nel tempo a partire dall’anno successivo.
Se ADESSO non si ha il coraggio di prendere le decisioni corrette, alla fine di questa emergenza sanitaria, oltre ai morti per il #Coronavirus, dovremo contare anche quelli che chiuderanno per sempre, falliranno e rimarranno senza attività e lavoro.
Le misure prese sono inadeguate. Serve subito un cambio di rotta per affrontare l’emergenza e se vogliamo riprenderci da questo shock economico l’unica strada è la Flat Tax al 15% per tutti.
Solo così l’Italia può ripartire!
Armando Siri