lunedì 16 marzo 2020

Che cosa succederà davvero all’Eurogruppo sul Mes?

La parte relativa alla riforma del MES è passata nelle “varie ed eventuali”, ma non solo. Il testo è cambiato da “avallo politico” (political endorsement) a proseguimento del lavoro (continue the work) e la discussione sulla crisi economica da COVID-19 è passata dal terzo al primo punto.
È una differenza enorme. Infatti, il prossimo Eurosummit del 26/27 marzo era in attesa della conclusione del lavoro dell’Eurogruppo, appunto l’avallo politico, per procedere alla firma della modifica del Trattato, a mezzo dei propri ambasciatori, e sottoporlo poi alla ratifica dei Parlamenti nazionali. Ora si torna alla casella di partenza del giugno/dicembre 2019, o quasi. Infatti, bisogna prendere atto che il lavoro di definizione dei contenuti della riforma è praticamente terminato già da allora, come abbondantemente scritto nei comunicati finali delle riunioni dell’Eurogruppo di quei mesi. Restano da definire alcuni dettagli relativi alla legislazione di secondo livello, ed alla posizione delle Clausola di Azione Collettiva (che con unico voto a maggioranza potrebbero decidere di approvare la ristrutturazione del debito pubblico di uno Stato), da inserire nell’articolato principale o negli allegati.
Preoccupa, e non poco, invece l’ordine del giorno del Consiglio Ue in configurazione Ecofin (ministri dell’economia e della Finanze) che è il fulcro decisionale delle istituzioni europee. Per il 17 marzo figura ancora all’ordine del giorno il peggio del peggio dell’ormai anacronistico strumentario della Ue.

L’austriaco Thomas Wieser, tristemente noto alle cronaca come il presidente del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo durante la crisi greca del 2015 e definito da Varoufakis come un aguzzino, presenterà una relazione sull’elaborazione di raccomandazioni strategiche per le future azioni dell’Unione dei mercati dei capitali.

Ma, ancora peggio, la Commissione europea presenterà le relazioni per paese e gli esami approfonditi 2020. I ministri procederanno a uno scambio di opinioni sull’attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese. Si tratta, di un ciclo di coordinamento delle politiche economiche dei paesi dell’eurozona dominato da quel pacchetto di regole incomprensibili che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. Six-pack, two-pack, Patto di Stabilità e Crescita, Fiscal Compact, un reticolo intricatissimo che sarà spazzato via dallo tsunami della crisi economica ormai in atto.

È appena il caso di notare che la relazione riguardante l’Italia è il solito affastellarsi di richiesta di riforme strutturali e disciplina di bilancio. Ormai vecchia chincaglieria. Tenere ancora al centro dell’agenda temi del genere, fa venire in mente la famosa scena del Fuhrer asserragliato nel bunker della Cancelleria che confida di liberare Berlino ormai accerchiata, facendo affidamento sul “piano Steiner” che si rivelò essere invece un’armata fantasma.

Sulla variazione dell’ordine del giorno del MES, si possono formulare solo congetture. Si tratta di un semplice sostanziale rinvio, disposto in tutta fretta dopo che il “blitz” di un’approvazione non è passato per le proteste di numerosi partiti politici e dell’opinione pubblica italiana (di fatto, solo il PD non si era opposto)? Non c’è da fidarsi troppo.

Perché tanta fretta? Si voleva forse avere il MES riformato e pronto per applicarlo all’Italia che potrebbe presto averne bisogno, vista la latitanza della BCE? Oppure ci si è resi conto della sua sostanziale inutilità per salvare sia le banche che gli Stati, considerata la limitata potenza di fuoco (poco più di 500 miliardi per tutta l’eurozona) al confronto con le cifre che circolano in questi giorni? Basti pensare al fatto che l’economista Ashoka Mody ha parlato, solo per l’Italia di uno stimolo di natura fiscale nell’ordine di 500-700 miliardi.

A corroborare questa ipotesi, soccorrono anche le registrazioni delle riunioni dell’Eurogruppo pubblicate ieri da Yanis Varoufakis. Di fronte ad un piano di salvataggio finanziario proposto a Klaus Regling (capo del MES), la sua risposta quasi testuale fu “non ho 27 miliardi su due piedi e nemmeno tra un mese”. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, sulla efficacia nulla del MES, questo passaggio potrebbe dissolverli.

L’unico vero prestatore di ultima istanza è la Banca Centrale Europea, a cui però i Trattati vietano il finanziamento monetario del deficit.
Se non si scioglie questo nodo, e non si potrà sbrogliare, pena l’uscita della Germania, ogni altro strumento sarà un semplice palliativo, peraltro dannoso, lento e di modesta portata.
Giuseppe Liturri . Fonte

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Il processo di riforma Meccanismo europeo di stabilità (Mes) non è stato perfezionato nella riunione odierna dell’Eurogruppo. “L’Italia”, che è alle prese con l’emergenza da Covid-19, “non ne vuole discutere”, ha spiegato in giornata all’Adnkronos una fonte diplomatica europea, segnalando come il governo Conte abbia recepito i desiderata del Movimento cinque stelle e dell’intera opposizione di centrodestra, compatti nel chiedere di rimandare, se non addirittura di bloccare, l’iter di riforma del “fondo salva-Stati”.

Particolarmente decisa la campagna politica-mediatica di Giorgia Meloni, che in un videomessaggio capace di ottenere oltre 7 milioni di visualizzazioni ha chiesto al governo italiano compattezza nel porre un freno alla riforma del Mes. Ottenendo, stando alle indiscrezioni accumulate in giornata, soddisfazione.
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Non è dunque tempo di cantar vittoria. L’attuale classe dirigente dell’Unione, l’attuale Commissione e molti dei suoi membri, primo fra tutti il falco lettone Valdis Dombrovskis, non hanno lo standing e il peso per poter apparire come la leadership che porterà l’Europa oltre i dogmi, oltre l’austerità, oltre il rigore. Anche se costretti a cedimenti tattici in risposta a una crisi che si prevede mordente, la retorica della disciplina tornerà. E con essa la proposta di approvare la riforma del Mes. Congelata, non superata, nella battaglia politica in corso. Bisognerà vigilare ancora a lungo. E l’Italia deve prendere coraggio politico per bloccare in futuro, una volta per tutte, una riforma dannosa.
https://it.insideover.com/economia/e-gia-pronta-la-nuova-trappola-del-mes.html

Anonimo ha detto...

La sapete l'ultima?
La somma messa a disposizione da questo governo di cialtroni per le partite Iva è di 5,8 milioni di euro, una miseria che offende profondamente la dignità degli esseri umani.
Appena la metà di ciò che Berlusconi, da solo, ha donato a regione Lombardia per costruire il nuovo ospedale di Milano.
Conte, grillini e PD sono pericolosi per la nazione.
Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

Coronavirus, sul tavolo dell’Eurogruppo l’ipotesi di attivare il Mes per finanziare un piano di stimolo fiscale a livello europeo

La notizia, riportata dall'Handelsblatt, segue le indiscrezioni rese note dal Financial Times secondo cui venerdì scorso durante i colloqui preparatori questo è stato uno dei principali argomenti di discussione. A favore i Socialisti e democratici europei. In Italia Lega e FdI insorgono contro l'idea, avanzata da Enrico Letta, che la Penisola possa chiedere una linea di credito precauzionale
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Maria Guarini ha detto...

https://go.byoblu.com/BagnaiMES

L'ITALIA NON HA BISOGNO DEL MES - Alberto Bagnai #Byoblu24
"Emergenza coronavirus: conferenza stampa di Matteo Salvini ed Alberto Bagnai". Roma, mercoledì 18 marzo 2020.
L'intervento del Presidente della Commissione Finanze del Senato, spiega in modo limpido perché l'Italia non ha bisogno del MES.
Nonostante le borse di tutto il mondo crollino, e sorvolando sugli interventi a gamba tesa della sig.ra Lagarde, l'Italia non è in bancarotta. L'allarme dei mercati deriva da una richiesta, pensata male e comunicata peggio, di accedere ai fondi del MES. Cos'è il MES e perché anche solo menzionarlo è da irresponsabili in un contesto turbolento che deriva da un'emergenza sanitaria?
Il Governo deve dare una spiegazione alle Camere che rappresentano i cittadini.

Anonimo ha detto...

Attenti al colpodistato.
Se ricorressimo al MES, le condizionalità sarebbero quelle dei tagli selvaggi alla spesa sociale.
Chissà come sarà felice il M5S per aver consentito al Pd - sconfitto nelle urne - di occupare il MEF.
Idioti.
P.S. quando nella versione integrale dell'articolo leggerete che la richiesta è fatta senza condizionalità, ricordate che - sostanzialmente - non è possibile. Mutando giurisdizione sul debito (sui soldi prestati dal Mes), è inevitabile che i mercati ti chiedano interessi più alti sui titoli di nuova emissione. È ovvio che vogliano maggiori garanzie. Nel caso il differenziale Btp-Bund arrivasse ad esempio a 300 pb, il Mes ti chiede tutte le condizionalità, altro che balle!
Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

Questo e' il governo italiano.
Alla conferenza stampa straordinaria odierna della protezione civile, il ministro Boccia si presenta con la mascherina modello "swiffer"rifiutata dai medici della Lombardia, per prendere in giro l'assessore Giulio Gallera .
Il capo della protezione civile Borrelli, li' accanto, ride.

Solo oggi piu' di 600 morti.
Oggi abbiamo superati i 4 mila morti.
E questi fanno i pagliacci.
Ridono