mercoledì 4 agosto 2021

Massimo Cacciari: «Lo Stato d’Emergenza è un insulto alla Costituzione»

Massimo Cacciari ieri sulla "Stampa" ha lanciato un nuovo atto d'accusa implacabile e rigorosamente documentato contro l'emergenzialismo a tempo indeterminato in cui l'Italia è stata infilata dalla classe politica e dai vertici istituzionali, e contro la liceità stessa dello stato di emergenza nel nostro ordinamento costituzionale. 

Aspetto ancora un tentativo serio, altrettanto documentato e argomentato, di confutare nei contenuti le sue argomentazioni. Finora contro lui e Agamben ho visto solo ridicole demolizioni/demonizzazioni (questi filosofi che parlano di cose di cui non sono competenti, lascino parlare gli specialisti ... ) o colpevoli e imbarazzati silenzi. 

La messa in discussione dei dogmi illogici veicolati giorno e notte dalla propaganda governativa evidentemente coglie tanto nel segno che ogni seria discussione viene bandita. 

Nell'articolo di ieri, Cacciari scrive, tra l'altro: "Esiste nel nostro ordinamento qualche norma che consente di proclamare lo stato di emergenza? L'art. 7 del Codice di Protezione civile? Non sembra - poiché lì è fatto esplicito riferimento soltanto a calamità naturali [...] Il ricorso alla formula dello "stato di emergenza" sembra perciò, ben più che frutto di totale improvvisazione, l'autofondazione di una nuova norma, e cioè una, per quanto informe, innovazione di sistema". 

Quando finisce lo stato di emergenza? Chi lo decide? 

"Né vengono in alcun modo indicati i criteri in base ai quali lo stato di emergenza potrebbe finire. Tutti vaccinati dagli 0 ai 100 anni? Nessun contagio più?" In assenza di chiari criteri legislativi generali "un domani per 'motivi di sicurezza' si potrà procedere a limitare la libertà della persona invocando la tutela di qualsiasi altro 'valore' [...]: dal terrorismo all'immigrazione, oggi la pandemia, domani probabilmente sarà la 'difesa dell'ambiente'". 

Infine, Cacciari ribadisce come il "green pass" violi patentemente la risoluzione n. 2361 del Consiglio d'Europa e la disposizione di Parlamento e Consiglio europeo del 14 giugno, che vietano ogni obbligatorietà del vaccino e impongono di rispettare la scelta di chi non intende sottoporsi ad esso. 

Argomentazioni stringenti contro la deriva biosecuritaria, contro "una 'pace' fondata sulle paure, le angosce, le frustrazioni di tutti noi". 

Confrontarsi con queste questioni è obbligatorio, rimuoverle è vergognoso. (Eugenio Capozzi)

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