Oggi ho avuto occasione di leggere una lettera di Don Andrea Santoro, ucciso un mese fa in Turchia. Riporto un piccolo stralcio, significativo dello spirito che lo animava:
"Tornando al discorso del sacrificio dell’agnello, penso che proprio a contatto con le usanze musulmane potremmo riscoprire certe cose tipiche della nostra fede cristiana. Gesù è l’Agnello. Noi stessi, uniti a Lui, siamo il suo corpo, cioè membra dell’Agnello. Allora dovrebbe diventare più evidente la nostra appartenenza totale a Dio. Appartenendo a Dio siamo chiamati ad essere suo dono di carità agli altri, proprio secondo quelle “tre parti” in cui i musulmani dividono le carni dell’agnello: apparteniamo ai “poveri” (ogni genere di poveri), apparteniamo ai “vicini” (cioè a quelli tra i quali Dio ci ha messo in stretto contatto a vivere), apparteniamo a “quelli di casa nostra”. " (Il primo dei quattro giorni della festa del “Kurban Bayram” [1 febbraio], in concomitanza col pellegrinaggio alla Mecca, i musulmani immolano un animale in ricordo del sacrificio di Abramo. Un terzo della carne viene dato ai poveri, un terzo ai vicini di casa, un terzo è consumato dalla famiglia che offre il sacrificio. È un segno di amicizia e di carità.)
Per chi ha interesse a leggere l'intera lettera
1 commento:
Infatti c'è tantissimo lavoro da fare e nessuno rende il lavoro facile all'altro, ma forse i modi (da parte di entrambe le parti, sia chiaro) di porsi verso l'Altro, sono inadeguati e un piccolo sforzo di maggiore conoscenza reciproca potrebbe aiutare! Mi chiedo se sarà possibile
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