Ho vissuto quasi due anni in Francia. Sono rientrata in Italia a gennaio ma torno spesso in Provenza.
In tutto il territorio francese la situazione è gravissima. L'islamizzazione si sta espandendo a macchia d'olio e si sta ormai radicando.
Non c'è stato argine. Il laicismo anticristiano ha promosso l'islam che ha riempito uno spazio lasciato drammaticamente vuoto. Oggi i cattolici sono una minoranza ad alto rischio.
Macron sostiene e spinge l'attacco all'identità della sua nazione così come supporta le lobbies che attaccano la famiglia naturale.
La perdita valoriale è sconvolgente: droga, alcool, suicidi, depressione infantile.C'è ormai un'insicurezza diffusa. Ci sono bande afroislamiche che dettano legge in molti territori. In molte zone le donne hanno modificato il loro abbigliamento, non escono dopo il tramonto e hanno perso la loro libertà. Gli stupri non si contano più ma molte hanno paura di denunciare perché gli aggressori non vengono puniti. Viene detto che questi non possono sapere che lo stupro è un reato perché nella loro "cultura" le donne non hanno volontà e questi uomini non sanno che bisogna rispettarle, soprattutto se poi sono considerate infedeli.
Sono aumentati gli sgozzamenti e gli accoltellamenti ma gli islamici che li compiono, vengono considerati depressi o psicolabili e giustificati dallo Stato.
Sono aumentati i bambini e gli adolescenti che scompaiono ma tutto tace sulla pedofilia diffusa e senza freni.
Ci sono bande che si sparano con i kalashnikov per lo spaccio della droga e che non risparmiano la vita neanche a ragazzini e a turisti.
La poligamia è diffusa ovunque e tollerata.
Dalle case islamiche io stessa ho sentito provenire molto spesso urla e pianti di donne e di bambini anche di notte. Parlai anche con il Sindaco del paese in cui vivevo. Mi fu detto che nulla si poteva fare per aiutarli perché le loro donne non denunciano le violenze.
Un senso di impotenza incredibile.
Quando i Francesi organizzano eventi, anche piccoli, tipo mercatini, alzano alte gabbie di metallo per circondare lo spazio da rendere sicuro. Poi montano i varchi di ingresso dove il controllo di chi entra, viene fatto da poliziotti con il metal detector. Sulle strade a monte vengono posti grossi blocchi di cemento.
Se l'evento è diffuso in una zona più ampia, tutto il quartiere viene blindato.
Per eventi più importanti viene schierato direttamente l'esercito.
La polizia viene spesso attaccata anche in caserma, al grido di "Allah Akbar" così come accade anche a molti sacerdoti e ai Vigili del Fuoco.
Andare a Messa significa porsi in una situazione rischiosa. Quando i sacerdoti decidono di fare piccole e brevi processioni, interviene a protezione la Polizia nazionale.
Le chiese che vengono profanate, vandalizzate e incendiate, non si contano più. Le chiese chiuse o trasformate in altro sono tantissime. Le moschee, invece, aumentano sempre più e l'assassinio di Notre Dame non ha provocato in me stupore.
Nei luoghi pubblici non si possono indossare segni cristiani. Se gli studenti li indossano, anche se in modo rispettoso e nascosto, e anche se frequentano scuole cattoliche ma con insegnanti pagati dallo Stato, vengono puniti severamente se sono scoperti.
Non possono essere esposti presepi, neanche in luoghi pubblici interni personali, se sono stati benedetti.
Ovviamente agli islamici è permesso tutto. Indossare il velo. Interrompere le attività lavorative per la preghiera. Mettere a rischio i colleghi durante il digiuno per il Ramadan.
E così via.
Un mio amico pompiere mi ha raccontato che dovevano partire per una missione particolare e che non potevano portare con sé uomini debilitati dal digiuno. La situazione si è risolta solo con l'intervento di un Imam.
In realtà il laicismo non è nato super partes.
È anticristiano.
L'Europa ha deciso di suicidarsi e la colpa è nostra perché non abbiamo difeso le nostre radici, la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni, non abbiamo saputo custodire ciò che siamo e la nostra identità.
Non è troppo tardi.Svegliamoci e difendiamo l'Italia. (Da Fb)
1 commento:
https://it.insideover.com/politica/litalia-a-londra-e-stata-esclusa-da-un-incontro-sulla-libia.html
Nel vertice Nato in corso in queste ore a Londra, uno sguardo è stato dato ovviamente anche alla crisi libica. Impossibile non parlare di Libia quando, attorno ad uno stesso tavolo, sono seduti alcuni dei leader più importanti impegnati politicamente nel paese nordafricano.Per questo motivo, a margine del primo giorno di vertice dell’alleanza atlantica, è stato organizzato un mini incontro volto a lanciare un comune documento politico proprio sulla Libia. Ma il vero segnale di natura politica non è arrivato dal documento in sé, quanto invece da un’esclusione eccellente che ha fatto molto rumore: quella cioè dell’Italia.
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