Le intercettazioni dei messaggi tra Luca Palamara (Unicost) e Giovanni Legnini (in quota PD), rispettivamente all'epoca dei fatti consigliere e vice-presidente del CSM, apparse questa mattina su "La Verità", sono da far accapponare la pelle.
Il vice-presidente del CSM, che in sostanza è il presidente facente funzioni visto che la carica di presidente del Capo dello Stato è per lo più formale, scrive il 24 agosto 2018 a Luca Palamara: "Luca domani dobbiamo dire qualche cosa sulla nota vicenda della nave [...] etc etc" (vedi pag. 5 de La Verità di ieri).
Cosa gliene fregava al vice-presidente del CSM di prendere posizione su una questione meramente politica nei confronti dell'ex Ministro dell'Interno Salvini? Legnini, come tutti i vice-presidenti del CSM, aveva il compito di garantire l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, non mettersi a fare politica o prendere posizioni politiche contro i membri del governo o del parlamento.
Dalle nuove intercettazioni emerge anche - a seguito del messaggio di Palamara a Luigi Patronaggio (il PM che indaga Salvini): "Carissimo Luigi, ti chiamerà anche Legnini, siamo tutti con te" - che in effetti Legnini chiama Patronaggio, tant'è che quest'ultimo scrive a Palamara: "Mi ha già chiamato e mi fa molto piacere".
Perché Legnini chiama Patronaggio? Che gliene frega? E perché Patronaggio dice che gli fa molto piacere? Chiaramente sono domande retoriche; le risposte sono intuitive.
Siamo al golpe giudiziario. Schifo senza fondo.
Cosa aspetta Mattarella a sciogliere il CSM? Non vorrei che sia vero - MA NON CI VOGLIO CREDERE, NON CI VOGLIO CREDERE - quello che Palamara scriveva ad Antonello Venditti in un messaggino: "Mattarella è uno di noi". Voglio ancora credere che non sia vero.
Questa magistratura va completamente azzerata. [Giuseppe Palma]
Il vice-presidente del CSM, che in sostanza è il presidente facente funzioni visto che la carica di presidente del Capo dello Stato è per lo più formale, scrive il 24 agosto 2018 a Luca Palamara: "Luca domani dobbiamo dire qualche cosa sulla nota vicenda della nave [...] etc etc" (vedi pag. 5 de La Verità di ieri).
Cosa gliene fregava al vice-presidente del CSM di prendere posizione su una questione meramente politica nei confronti dell'ex Ministro dell'Interno Salvini? Legnini, come tutti i vice-presidenti del CSM, aveva il compito di garantire l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, non mettersi a fare politica o prendere posizioni politiche contro i membri del governo o del parlamento.
Dalle nuove intercettazioni emerge anche - a seguito del messaggio di Palamara a Luigi Patronaggio (il PM che indaga Salvini): "Carissimo Luigi, ti chiamerà anche Legnini, siamo tutti con te" - che in effetti Legnini chiama Patronaggio, tant'è che quest'ultimo scrive a Palamara: "Mi ha già chiamato e mi fa molto piacere".
Perché Legnini chiama Patronaggio? Che gliene frega? E perché Patronaggio dice che gli fa molto piacere? Chiaramente sono domande retoriche; le risposte sono intuitive.
Siamo al golpe giudiziario. Schifo senza fondo.
Cosa aspetta Mattarella a sciogliere il CSM? Non vorrei che sia vero - MA NON CI VOGLIO CREDERE, NON CI VOGLIO CREDERE - quello che Palamara scriveva ad Antonello Venditti in un messaggino: "Mattarella è uno di noi". Voglio ancora credere che non sia vero.
Questa magistratura va completamente azzerata. [Giuseppe Palma]
11 commenti:
TOGHE INTOCCABILI. NON ILLUDIAMOCI
Li hanno beccati con le mani nella marmellata e provano a fare retromarcia per salvare almeno la faccia
- di Alessandro Sallusti -
Li hanno beccati con le mani nella marmellata e provano a fare retromarcia per salvare almeno la faccia.
Scoperto, grazie alle intercettazioni, l'inciucio tra politica e magistratura per fare fuori per via giudiziaria Matteo Salvini, la maggioranza si è inventata un modo per negare l'autorizzazione a processare il leader leghista per il caso Open Arms, la nave carica di immigrati alla quale l'allora ministro dell'Interno aveva negato l'attracco. La decisione, presa dalla giunta del Senato, dovrà ora essere confermata dall'Aula nelle prossime settimane, ma tutto lascia intendere che questa volta Salvini non finirà (ingiustamente) alla sbarra.
Il piano dei suoi nemici però resta in piedi, dato che il Senato, prima che l'intrigo delle toghe fosse svelato, aveva già autorizzato un analogo processo per il precedente caso della nave Diciotti (che si svolgerà a ottobre). Il fatto che ieri in commissione i senatori della sinistra abbiano comunque votato «sì» al processo (sapendo che non sarebbero stati maggioranza) dice quanto profondo e diffuso sia il cancro della giustizia politicizzata e della politica giustizialista.
Neppure davanti alla realtà dei fatti - un importante magistrato che ammette «Salvini non ha commesso reati ma dobbiamo colpirlo» scatta un sussulto di onestà e dignità: non una parola di biasimo per gli amici magistrati che hanno tentato non solo di inguaiare un innocente, ma addirittura di prendere per i fondelli il Senato della Repubblica.
E noi dovremmo credere che gente così sia sincera quando sostiene di volere riformare la giustizia? Ma quando mai questi molleranno la loro arma migliore, quella con cui - sia pure dopo vent'anni di tentativi - sono riusciti ad azzoppare Silvio Berlusconi e tornare per vie traverse (non certo elettorali) al governo del Paese?
Non illudiamoci, lo scandalo che sta emergendo è da considerarsi solo un incidente di percorso, uno spiacevole imprevisto. Faranno un po' di fumo ad uso allocchi e poi tutto tornerà esattamente come prima.
Perché in questo Paese puoi anche chiudere la gente in casa per tre mesi, ma guai a toccare anche solo di striscio chi ti può aiutare a modificare in corsa un risultato elettorale sgradito.
Cioè guai a toccare i magistrati.
Perdonate la franchezza, ma l'iniziativa di oggi del generale #Pappalardo a Milano è stata - a mio parere - una cosa davvero SQUALLIDA.
Ho sentito proposte aberranti come quella di ridurre a 200 il numero dei parlamentari o altre fesserie di questo tipo. Un conto è manifestare contro il governo, cosa legittima e sacrosanta, un altro è canalizzare il malcontento e la fame del popolo in un recipiente folkloristico che - non me ne voglia nessuno - sterilizza la protesta o la ridimensiona a spettacolo grottesco.
Mi dispiace solo per la povera gente che c'era, persone in difficoltà che si aggrappano ad ogni speranza. Il popolo va sempre rispettato.
Detto questo, ho sentito che i gilet arancioni potrebbero essere denunciati dal prefetto di Milano per aver violato le norme che vietano gli assembramenti. Spero che, parimenti, vengano denunciati anche coloro che hanno fatto assembramento all'arrivo di Silvia Romano (con una vera e propria ressa) e quelli che il 25 aprile non hanno rispettato le norme restrittive della Fase1.
Ora mi prenderò qualche insulto da chi oggi era in piazza. Pazienza. Preferisco sempre ragionare con la mia testa. È la migliore garanzia di Libertà che posso darvi.
Giuseppe Palma
Matteo Salvini:
Da Palamara dichiarazioni surreali.
A me e agli italiani non interessano le scuse tardive o le parole, interessano i fatti: magistrati promossi per appartenenza politica (quasi sempre di sinistra) e non per bravura, processi infiniti, innocenti in galera e colpevoli fuori: è urgente una riforma vera della Giustizia, ma per farla servono un governo e un ministro capaci di farla.
Preoccupato per il mio processo dopo quello che è venuto fuori? Assolutamente no, sono convinto di aver bloccato gli sbarchi per il bene degli Italiani, l’ho fatto e lo rifarò.
Divertiamoci a fare della fantapolitica. Ipotizziamo che il Centrodestra sia al governo e che PD, M5S e sinistrume vario sia all'opposizione. Sempre per ipotesi, un magistrato intercettato dice ad un altro magistrato: "Grillo? ha ragione ma siccome è un cretino, lo dobbiamo attaccare lo stesso".
Cosa sarebbe successo in Italia? Semplice:
1) Le manifestazioni di piazza sarebbero all'ordine del giorno, con i centri sociali scatenati a distruggere di tutto e di più.
2) Le sardine avrebbero subito una metamorfosi diventando improvvisamente squali, pronti a rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per protestare contro la evidente sopraffazione delle opposizioni da parte della magistratura corrotta e asservita ai fascisti al governo.
3) il M5S avrebbe esposto alla Camera ed al Senato cartelli con la scritta "HONESTA'", avrebbe riempito Piazza del Popolo a Roma di manifestanti incazzati neri (anzi rossi) contro i magistrati asserviti al regime. Inoltre avrebbero esposto dei grandi apriscatole minacciando di aprire il CSM come una scatola di tonno.
4) Il Pd sarebbe scesa in campo con tutte le sue tribù di lanzichenecchi: cantando "O bella Ciao", avrebbe sfilato da Aosta a Lampedusa per mostrare a tutti che loro non ci stanno, che loro sono per l'indipendenza della Magistratura e che terranno gli occhi aperti perchè appare evidente il tentativo di colpo di stato da parte dei fascisti al governo.
5) Il Presidente Mattarella sarebbe subito intervenuto, sciogliendo il CSM e mettendo a riposo forzato il magistrato colpevole di simile aberrazione.
6) la Merkel e Macron avrebbero inviato subito dei messaggi di solidarietà alle opposizioni contro il Governo antieuropeista e conservatore.
Ovviamente era solo un ipotesi di fantapolitica: nella realtà le cose sono andate un pò diversamente: dei punti 1), 2) 3) 4) 5) e 6) non c'è traccia, nulla si è fatto, in compenso si è realizzato il punto 7) SILENZIO ASSOLUTO, INSABBIAMENTO E TUTTO PASSA E TUTTO SI DIMENTICA.
W L'ITALIA E W LA LIBERTA'
https://www.affaritaliani.it/politica/giustizia-penale-il-piano-della-lega-dalla-separazione-delle-carriere-a-675753.html
Giustizia Penale, il piano della Lega. Dalla separazione delle carriere a...
Su Affaritaliani.it il documento realizzato da Giulia Bongiorno
Maria Giovanna Maglie contro il Colle. La giornalista prende la mira e apre il fuoco su Twitter, dove mette insieme due casi: la vicenda Luca Palamara-Csm e la corona di fiori che il centrodestra voleva consegnare all’Altare della Patria il 2 giugno, festa dalla Repubblica. Sarcastica la Maglie afferma: «Occhio che al Colle c’è forte irritazione. Per lo scandalo vergognoso dei magistrati del Csm? Noo, per la corona di fiori che il centrodestra voleva portare domani all’Altare della Patria. Vuoi mettere?».
«Gravissime le parole di Palamara. Emerge il potere di certe correnti interne alla magistratura, che eleggono figure centrali nella giustizia italiana emarginando chi non è legato al correntismo. Chiediamo riforma criteri composizione Csm e dimissioni magistrati coinvolti nello scandalo». Lo scrive su Twitter Giorgia Meloni che pubblica anche il video dell’intervista a Palamara andata in onda a Non è L’Arena.
Sta provando a blindarsi con Paolo Savona, suo ex ministro oggi presidente Consob, ma Giuseppe Conte sa che superata l'emergenza sanitaria del coronavirus, da cui è uscito "blindato" per almeno 3 mesi, ora per lui inizia il ballo sul Titanic. Il mix è esplosivo: crisi politica, con Pd, M5s e Italia Viva che a turno sganciano granate sull'esecutivo, cui si aggiungono quelle ovvie di Meloni e Salvini, e crisi economica ormai conclamata. E proprio a quest'ultima fa riferimento il bilancio di Bankitalia, che secondo Repubblica assomiglia molto più a un "programma di governo". Imminente. Il discorso del governatore Ignazio Visco, sottolinea Claudio Tito, "non è stato ordinario. Nulla di burocratico in quel 13% di Pil in meno previsto per il 2020".
"C'e' un Italia che non si arrende al declino". Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, rispondendo ai giornalisti durante il sit in del centrodestra a Roma. Sul decreto rilancio, spiega, "Vogliamo dare una mano ma la prima condizione per poterlo fare è che spariscano tutte le cose che non hanno nulla a che fare con il rilancio della nazione. Via Bonus inutili, marchette e i soldi sulle consulenze". Quanto all'iniziativa, spiega: "Sono felicissima che con questa manifestazione la sinistra abbia scoperto che il 2 giugno" è "anche la nostra festa e abbiamo il diritto di manifestare anche noi in sicurezza".
L'obiettivo è "tornare il più possibile vicini alla normalità e a quel punto chiedere che gli italiani possano votare. Se si pensa che si potrà votare a settembre per le regionali lo si potrà fare il prima possibile anche per le politiche, perché io non penso che questo governo possa essere il governo giusto per affrontare la grande sfida di ricostruire l'Italia dopo il Covid". Lo ha detto la leader di FdI, Giorgia Meloni, in occasione della manifestazione del centrodestra per la Festa della Repubblica.
Di Davide Di Stefano – Roma, 30 apr – Le supercazzole di Giuseppe Conte assumono una dimensione internazionale. Anche oltre oceano sembrano essersi accorti del deficit di comunicazione del capo del governo; pure lì i suoi ripetuti messaggi alla nazione, tra toni paternalistici e autocompiacimento, suonano un po’ stonati e un tantinello ridondanti. A bastonare l’avvocato di Volturara Appula è ancora una volta il New York Times: l’autorevole quotidiano Usa aveva già demolito Conte, raccontando anche della “fuga” del nostro presidente del Consiglio da un’intervista concordata (a Giuseppi non garbavano le domande)
Da Conte frasi “legalistiche e ambigue”
Adesso il Nyt torna a raccontare l’Italia alle prese con il coronavirus, non lesinando ancora una volta le critiche a Conte: “Il primo ministro Conte, un avvocato, preferisce le frasi a ciclo continuo (letteralmente “loop”, ndr), legalistiche e ambigue. Usa le sue apparizioni in televisione e le dirette Facebook per esaltare la miriade di comitati e task force che gli piace consultare, nonché la “trasparenza” e la “serietà” del proprio governo”. Insomma per il Nyt quella dell’esecutivo giallofucsia è stata tutt’altro che una comunicazione chiara e trasparente, concentrata più sull’autopromozione che sulla gestione dell’emergenza.
A tal proposito l’articolo sottolinea il contrasto sorto tra alcuni sindaci e il primo ministro. “Gli avvertimenti chiari, seppur coloriti, dei sindaci italiani sono andati in collisione con il messaggio proveniente dal governo nazionale, che i critici hanno definito una “confusa confusione”. Questo è il giudizio tranchant nei confronti di Giuseppi, mentre nel resto dell’articolo l’attenzione è rivolta soprattutto ai sindaci italiani, diventati “virali” per le frasi e i metodi non convenzionali di contrasto al coronavirus (c’è una compilation su Youtube con le frasi di De Luca e di alcuni sindaci che ha milioni di visualizzazioni).
Sindaci lasciati senza linee chiare da Roma
Si parla di “ammonizioni infuse di volgarità” dei primi cittadini nei confronti dei residenti, si deride l’utilizzo di droni “armati di insulti”, ma al tempo stesso si riconosce “il ruolo fondamentale svolto dai sindaci in questa tragedia”, pur nell’assenza di “linee guida chiare da Roma”. Un’altra bocciatura piuttosto netta per Giuseppe Conte, i suoi numerosi collaboratori e le sue ancor più numerose task force.
Di Davide Di Stefano
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