venerdì 1 maggio 2020

Spiegel: “Basta cliché: la Germania non è perfetta e da 30 anni i bilanci dell’Italia sono ottimi. L’UE però può schiacciarla”

Interessante per chi sta seguendo con apprensione lo sviluppo della crisi paurosa in cui si dibatte l'Italia (e non solo).

Il settimanale tedesco Der Spiegel firma un eccezionale editoriale a favore dell’Italia e contro i cliché tedeschi sulla nostra economia
È un lungo, ed eccezionale documento a favore dell’Italia, l’articolo dal titolo: “La fatale distorsione tedesca dell’Italia” pubblicato ieri dallo Spiegel, il maggiore settimanale tedesco. La rivista, che è di stampo liberal-progressista, e che se anche nel passato ha più volte offeso l’Italia con copertine oltremodo provocatorie, dall’inizio della pandemia ha scelto di schierarsi affianco al nostro Paese. Lo ha fatto ad inizio aprile fa con un pezzo dal titolo “Il rifiuto tedesco degli Eurobond è vigliacco” , lo ha ribadito, per l’appunto, ieri con un editoriale in cui si analizzano dati e studi sociologici per arrivare a tracciare previsioni di un futuro che se qualcosa non cambia significherà la fine, o quasi, dell’Unione Europea. Ecco i passaggi fondamentali dell’articolo a firma di Thomas Fricke.

“La fatale distorsione tedesca dell’Italia”, il prologo
“Forse è il risultato di molti film sulla mafia. Forse è solo invidia per un’Italia che ha migliore meteo, cibo, sole e mare. Ad ogni modo c’è sicuramente una ragione nel bisogno di noi tedeschi di insistere sul fatto che siamo migliori risparmiatori e più seri e affidabili… Questa arroganza è ancora più tragica ora…Da molto tempo infatti, ormai, la lira ha poco a che fare con la vita dell’italiano di ora così come la puntualità tedesca ha a che fare con la costruzione del nuovo aeroporto di Berlino (la cui inaugurazione ritarderà, se tutto va bene, di 10 anni ndr).
L’articolo prosegue sottolineando come “l’Italia doveva essere salvata prima”, che la discussione dei tedeschi sull’unirsi o meno all’adozione di Eurobond è imbarazzante così come la mancanza di zelo tedesco per salvare l’Unione Europea dimostrata nell’ultimo vertice di questa settimana.

“L’Italia paga i debiti del suo passato”
La tesi dello Spiegel, avvalorata da dati e grafici, è che se l’Italia, già prima della crisi, continuava ad accumulare debito pubblico era per errori commessi dalla sua classe politica negli anni ’80. Negli ultimi 30 anni, a parte il 2009 in cui, a causa della crisi internazionale, c’è stata un ulteriore indebitamento, se non ci fossero stati i tassi di interesse alle stelle che gravano sul debito da pagare annualmente, i bilanci italiani sarebbero stati ottimi. Lo Spiegel sottolinea: “Così come a noi tedeschi sono stati condonati i debiti di guerra nel 1953, così quando parliamo dell’Italia di oggi dovremmo pensare che non è quella del passato”. Continua l’articolo “Se non si calcolano i pagamenti degli interessi, dal 1992 i governi italiani hanno avuto eccedenze di bilancio anno dopo anno” riferisce alla rivista l’economista Antonella Stirati dell’Università Roma Tre. Purtroppo quei debiti hanno fatto sì che l’Italia invece di investire, tagliasse. Dal 2010 ad oggi, secondo lo Spiegel, gli investimenti pubblici sono diminuiti del 40%. A farne le spese è stata soprattutto l’istruzione, in cui investe ora un decimo in meno rispetto ad allora. “Un vero crollo… La spesa pubblica è ferma dal 2006, mentre in Germania nello stesso periodo è aumentata di circa il 20%. Dal 2010 i governi italiani hanno anche tagliato la spesa per la sanità. Contemporaneamente in Germania la spesa cresceva anno dopo anno. Non è colpa diretta dei politici tedeschi, ma è ora di cambiare percezioni errate e aiutare a risolvere il disastro.

“Basta con i cliché”
La teoria dello Spiegel è che il peggioramento dell’economia italiana dipenda anche e soprattutto dalle regole impostale dall’Unione Europea. Invece di stimolare gli investimenti, l’Italia è stata costretta ad aumentar tasse e operare tagli di bilancio. La comunicazione di queste scelte obbligate non è avvenuta come si deve in Germania dove diversi politici hanno preferito usare gli stereotipi negativi sull’Italia per risolvere qualsiasi dibattito.
Dietro a tutto questo c’è il grande fallimento di chi agisce come vate dell’economia o che lasciano che ci sia spazio ai risentimenti. E di chi, per spiegare le mancanze degli altri, preferisce usare i cliché della pigrizia piuttosto che affidarsi a semplici analisi e statistiche macroeconomiche. Non è sufficiente dire il vecchio rapporto debito / PIL italiano. Se il debito pubblico italiano è risalito dopo la crisi dell’euro, non è dovuto alla mancanza di risparmio. Chi per affrontare le crisi è costretto ad aumentare le tasse finisce con il peggiorare tutto. Bisogna che questo venga spiegato chiaramente e con buona volontà anche in Germania.
Thomas Fricke è molto critico anche con i “nuovi esperti d’economia tedeschi” considerati la prima cosa che l’Europa dovrebbe fermare. “L’immagine positiva dei tedeschi che si ha nel mondo è troppo buona”. Il rischio è di allontanare l’Italia non solo dalla Germania, ma anche dall’Europa. Se non cambia qualcosa, “il numero di italiani che sono stufi dell’Europa continueranno ad aumentare”.
“È giunto il momento di fermare questo dramma. E che lo si faccia con gli Eurobond, del resto abbiamo già una valuta comune... Altrimenti l’Unione Europea non ci sarà più tra qualche anno. In Italia e in Francia al potere arriveranno persone come Donald Trump o Boris Johnson che non hanno alcun desiderio di prendere parte a questo gioco, un gioco su cui la Germania ha costruito la sua prosperità per decenni”, - Fonte

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un filmato, mandato in onda dal Telegiornale, mostra un autotrasportatore olandese raccomandare al suo Primo Ministro di non dare soldi ad italiani e spagnoli. Ed il Premier lo rassicura in proposito.

E c'è il MES a sorveglianza rafforzata; l'iniziale diniego della BCE ad acquistare titoli pubblici italiani; l'insensibilità dei Paesi Europei verso l'Italia quando la pandemia era un problema solo italiano; il diniego dei Paesi del centro-nord Europa a mettere in comune il debito (c.d. Eurobond e Coronabond); il disinteresse verso il problema dei migranti; la protezione della Commissione Europea verso i paradisi fiscali europei, la costante protezione degli interessi nazionali francesi e tedeschi; la Germania che ha un meccanismo per calmierare il rendimento dei suoi titoli..... solo per rimanere ad alcuni dati recenti.

E se vogliamo estrapolare tutto ciò al prossimo futuro, non è difficile prevedere il ritorno del rigore dei signori "0," quando il Paese si troverà in condizioni molto difficili, con i rapporti "Deficit\Pil" e "Debito\Pil" esplosi per l'incremento dei numeratori ed il contestuale decremento del denominatore. La previsione è facile: basta ricordare cosa è accaduto nel post crisi finanziaria che ha condotto al Fiscal Compact.

Siamo onesti e guardiamo la verità delle cose. Si tratta di aspetti fondamentali del vivere comune che toccano valori importanti.

Prendiamo atto che questa Europa, almeno per noi, è fallita.
I popoli sono troppo diversi nei valori, nel passato, nella cultura: troppo ci divide.
Tanti errori sono stati commessi da tutte le parti.
L'idea dei padri fondatori era ed è eccellente.
Ciò che è diventata l'Europa lo è molto meno.

Prima che sia troppo tardi, prendiamo atto di questo fallimento e della impossibilità di continuare la convivenza su queste basi, a pena della morte del Paese.
Non sarà facile ripartire, anche perché una parte del Paese, quella legata a specifici interessi e che controlla molti organi di informazione, spareranno bordate con scenari terrificanti. Basta ricordare ciò che fu detto a proposito della Brexit.
Ma possiamo farcela. Come nel dopoguerra. Si tratterà di ricostruire sulle macerie.
Impiegheremo forse più di quindici anni ma ce la potremo fare.
Così no.
Meno che mai con un nuovo Governo tecnico, certamente deputato a mettere in atto quella patrimoniale sussurrata da tempo da una parte politica.
La macelleria sociale dell'ultimo Governo "tecnico" è costata il pianto di una sera ad una professoressa e 8 anni di pianti agli italiani. Non ancora terminati.