giovedì 30 aprile 2020

Conte prova a sfruttare la pandemia per aumentare i poteri, ma tutti i partiti lo scaricano: la sentenza tombale di Senaldi

Qualcuno regali a Giuseppe Conte un orologio. Il presidente del Consiglio ne sfoggia uno di ottimo gusto nelle sue verbose prediche televisive, ma è legittimo il sospetto che esso non funzioni. L' uomo infatti è completamente sfasato.
Per i due mesi e passa trascorsi dall'inizio dell' epidemia in Lombardia è stato latitante. Meglio così, perché quando ha deciso di visitare la regione più colpita dal Covid-19 ha rimediato solo una figuraccia.
Come un turista cinese che deve vedere tutto in dieci minuti, ha improvvisato un tour che lo ha portato a Bergamo a mezzanotte e a Brescia alle due del mattino.
L' altro giorno, alludendo alla tendenza di Giuseppe ad avocare a sé pieni poteri, noi di Libero lo abbiamo chiamato Ducetto. Ebbene, egli ci ha preso sul serio, facendo irruzione nei giorni successivi al 25 aprile nelle prefetture lombarde nel cuore della notte, in fuga dalla gente, sentendosi forse braccato come il Mussolini degli ultimi giorni.
Male hanno fatto le autorità locali ad aprirgli le porte, perché il premier ha dimostrato un disprezzo unico per le città colpite. Dopo sessanta giorni d' assenza, non ci si presenta all'ora dei ladri e dei pipistrelli neppure in casa propria.
Un segnatempo che funzioni, non solo servirebbe a Conte a essere più educato, ma gli consentirebbe pure di tenere sott'occhio, se non le ore, i giorni e le settimane che mancano alla nostra liberazione, che coinciderà con la sua destituzione.
Il premier lo sa bene, e se posticipa la fine della quarantena è solo per prolungare il proprio regno. Quando infatti si tornerà a vivere e si inizieranno a fare i conti, il Paese presenterà al piccolo dittatore di Volturara Appula il foglio di via.

UNO SPARTIACQUE
La funzione celebrata domenica sera dal presidente del Consiglio, che come il Papa ormai dice messa in solitaria, è stata uno spartiacque. Doveva essere un rito di risurrezione per il Paese, si è trasformata in un requiem per l' officiante.
Gli italiani si aspettavano l' annuncio della fine della pandemia e hanno assistito invece alla inaugurazione dell' era del pandemonio.
Perfino l' ex giocatore della Nazionale e pezzo grosso della Federcalcio, Demetrio Albertini, uomo noto per la propria mitezza ed educazione, ha irriso ufficialmente Conte, dichiarando che «solo il Milan è confuso quanto lui».
Il professor Giuseppe ha governato e aumentato consensi sulla paura del virus, perché da sempre nei momenti di terrore la popolazione si stringe intorno a chi comanda, chiunque egli sia. Ora che c' è meno paura e più lucidità, sono subentrate prima la consapevolezza dei guai fatti dal governo e poi la rabbia verso lo stesso.
Non si capisce perché il premier insista con il voler parlare in solitaria, giacché più disquisisce e più rende a tutti evidente che non sa nulla. Il presidente del Consiglio, oltre al Parlamento e al governo, che ignora bellamente, ha 18 commissioni di esperti che lo coadiuvano, e ci riferiamo solo alle principali. In tutto, parliamo di oltre un migliaio di uomini, che è più di quanti siano i contagiati Covid-19 in alcune regioni italiane.
Questo esercito dovrebbe consentirgli di aver un' idea chiara e sintetica di tutti i problemi. Invece, ogni volta che Conte apre bocca, è evidente che non padroneggia gli argomenti. Sostituisce la competenza e la decisione del leader con la retorica e le contorsioni dell' avvocato di serie B.
Illustriamo in breve il casino nel quale il genio foggiano ha infilato se stesso e il Paese, giocandosi, a uno a uno, tutti i suoi sponsor.
Il devoto di Padre Pio aveva un solo alleato che contava, il Vaticano, e l' ha disgustato, trattando i preti come i gestori di cinema, da titolari di attività secondarie.
Vatti a fidare dei vescovi. Quando bocciarono l'iniziativa di Salvini di aprire le chiese per Pasqua, Conte li aveva presi sul serio, non capendo che essi erano contrari non all' idea, ma al proponente. Risultato, in meno di 24 ore l' uomo che incontra Bergoglio senza mascherina è dovuto tornare a Canossa, promettendo il ritorno a breve delle messe.

SPONSOR DELUSI
Altro alleato perso è l' Europa. Ormai è chiaro che le istituzioni di Bruxelles trattano il premier come un paglietta e non da interlocutore affidabile.
Giuseppe ci ha messo del suo. Per non contrariare i grillini ed evitare di spaccare la maggioranza, Conte ha dovuto opporsi ufficialmente al Meccanismo Europeo di Stabilità, unica via di finanziamento che la Ue prevede per l' Italia contro l' emergenza virus. Ha chiesto titoli di debito pubblico europeo anti-Covid (i corona bond) e in subordine un Fondo di debito comune, ma non ha ottenuto né l' uno né l' altro.
Per tenere alto il suo consenso in patria ha attaccato duramente le istituzioni europee, ma ne ha ricavato solo il ritiro della fiducia, ripetendo la parabola che ha tanto rimproverato ai sovranisti.
Risultato, anche sui finanziamenti Ue, è un casino: ci sono quattro o cinque opzioni sul piatto ma per ora non abbiamo incassato una lira.
Pure in patria chi lo sosteneva ora gioca a dire che con il premier non c' entra nulla. Renzi l' ha disconosciuto da prima dell'epidemia. M5S e Pd non lo mandano a casa solo perché temono, nel caso, di doverlo seguire, ma stanno lavorando alacremente per sostituirlo senza pagare dazio. Hanno chiaro che non può essere lui l' uomo della ripartenza.
Ha deluso all'estero e scontentato troppi in Italia. Le voci dei costituzionalisti che, da sinistra, si alzano ogni giorno per dire che il premier, con i suoi 12 decreti della presidenza del Consiglio mai fatti votare, sta violando le regole basilari della democrazia, suonano come campane a morto.
Peggio va per Conte fuori dal Palazzo. Ha promesso 400 miliardi di sostegno all'economia, come li avesse nel cassetto.
Sventurato, gli italiani gli hanno creduto e ora aspettano il denaro. Per ora tuttavia sono arrivati solo 600 euro alle partite Iva, con un mese di ritardo e senza verifiche sui beneficiari. Infatti li abbiamo dati anche a notai, commercialisti, professionisti di successo. In compenso alle imprese non è giunto nulla, tanto che si stima che stanno per chiudere mezzo milione di attività tra negozi, artigiani, piccole aziende, locali.
Anche le casse integrazioni non sono arrivate; il governo però le ha prorogate di due mesi. Ovvio, non gli costano nulla.
A chi lavora non sono state date indicazioni chiare per la riapertura e non sono state cancellate le spese dei mesi di fermo. Bisognerà pagare affitti e bollette, anche se in marzo e aprile non ci sono statbi consumi e le uniche voci in elenco sono le accise. Pare che i locali dovranno sborsare anche la tassa per l' occupazione del suolo pubblico non occupato. Già, i balzelli. Il governo li ha magnanimamente rinviati di due mesi, dopo averne già incassata a novembre la metà su un fatturato che non è poi stato fatto. Nel frattempo le banche si rifiutano di dare alle imprese i prestiti garantiti dallo Stato perché non si fidano del medesimo.

FUORI DAI PALAZZI
Lunedì tornano al lavoro tre milioni di persone, ma nessuna di esse sa come potrà raggiungere l'ufficio. I mezzi di trasporto infatti hanno l'ordine di ridurre del 70% i posti disponibili. Considerato che treni, bus e metropolitane nell'ora di punta viaggiano con più passeggeri del consentito, si prevedono code, ritardi e defezioni.
Il 4 maggio sarà la nuova data della Caporetto italiana. Speriamo solo che, come dopo la sconfitta della Grande Guerra, qualcuno si decida a togliere di mezzo il generale responsabile della disfatta.
Per non ammorbare oltre il lettore tralasciamo i capitoli mascherine, scuola, bambini, disabili, vacanze, sport, persone che potremo iniziare a vedere, riassumibili alla voce congiunti.
Ma qui il premier paga colpe non sue. Abbiamo voluto la società fluida, con zero regole nei rapporti umani, dove chi non è sposato ha gli stessi diritti di chi lo è, ma nessun dovere, dove due uomini possono avere un figlio e dove è permesso tutto ciò che ci garba. Viva il progresso, ma non lamentiamoci poi se, nel momento dell'emergenza, è difficile scrivere regole chiare per regolarla. 
Pietro Senaldi - Fonte

Nessun commento: