Il lockdown continua – e con esso prosegue e si aggrava l’emergenza giuridica e democratica nel nostro Paese. A prescindere dal merito delle misure annunciate, protratte o alleggerite, infatti, abbiamo più volte sottolineato su Atlantico Quotidiano la intollerabile ferita allo stato di diritto del metodo scelto: l’adozione di restrizioni alle libertà fondamentali dei cittadini per Dpcm, decreti ministeriali non aventi forza di legge, quando la Costituzione prevede espressamente una riserva di legge assoluta. Si tratta di un modo di procedere extra ordinem ed è sorprendente con quale facilità l’abbiano di fatto digerito le forze politiche, anche di opposizione, i gruppi mediatici e l’establishment economico, persino la casta dei giuristi e i corifei della “costituzione più bella del mondo”, in un Paese in cui si grida al pericolo fascista appena un leader di centrodestra appaia in grado di vincere le elezioni.
E ieri sera abbiamo appreso dall’ennesimo proclama tv del presidente del Consiglio – con taglio e tinta di capelli inappuntabili – di un nuovo Dpcm che regolerà il lockdown almeno per il prossimo mese. Non solo il Parlamento, anche i ministri del suo governo, come si intuisce dalla sorpresa manifestata dal ministro Bonetti, sono tenuti all’oscuro delle decisioni prese da Conte, coadiuvato dalla sua corte di “esperti”. Un accentramento di poteri in un solo uomo mai visto nella storia della Repubblica, con il silenzio assenso del Quirinale.
Quella che doveva essere la cosiddetta “fase 2”, della riapertura, si è rivelata nel proclama di ieri sera come la mera continuazione con qualche ritocco della fase 1. Sì, le attività produttive e commerciali riapriranno, sebbene in tempi troppo lunghi, dal 4 maggio fino a “non prima di giugno”, ma il premier ha snocciolato una intricatissima e confusa selva di divieti e lievi allentamenti che rischiano, nel quotidiano, di catapultarci in una realtà kafkiana, tra regole incomprensibili e controlli impossibili, tra il ridicolo e lo stato di polizia. Prendiamo l’accesso ai parchi (articolo 1, lettera e, del Dpcm), “condizionato al rigoroso rispetto di quanto contenuto nella lettera d”, cioè il divieto di assembramento. Come faranno i sindaci ad assicurarlo? Quanti vigili dovranno schierare, togliendoli ad attività certamente più importanti? Semplice: in molte città e quartieri i parchi resteranno chiusi. Ma il delirio prosegue alla lettera f: “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto”, ma è “consentito svolgere individualmente, o con accompagnatore per i minori, attività sportiva o motoria”. Quindi, posso giocare a pallone con i miei figli? È attività ludica, sportiva o motoria?
Persino la Cei ieri sera è sbottata, quando ha appreso che solo i funerali e non altre funzioni sarebbero stati consentiti dopo il 4 maggio: “I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”, si legge in un durissimo comunicato che suona come un avviso di scomunica. Tanto che Conte si è precipitato a rassicurare: nei prossimi giorni arriverà un protocollo per dire le messe in sicurezza. La Chiesa che si fa dire dal governo come celebrare le messe? Il Comitato tecnico-scientifico però ha rincarato la dose: per le messe “criticità ineliminabili”, se ne riparla “a partire dal 25 maggio”. “Come nella Polonia di Gomulka, andare a messa diventerà un simbolo della nuova lotta per recuperare le libertà in Italia”, commenta tra l’amaro e il sarcastico Germano Dottori su Twitter.
Altro che sbloccare il Paese, almeno sul piano psicologico è un modo più che sicuro per tenerlo bloccato. E in un Paese bloccato nell’animo, l’economia muore, non riparte.
Il premier ha sorvolato su due aspetti che invece avrebbero dovuto essere centrali della fase 2, quello sanitario e quello economico. Ma è la conferma che l’unico piano del governo resta quello di far stare le persone a casa il più possibile. Non c’è alcuna fase 2, al massimo una fase 1 e 1/3, semplicemente perché il governo – sì, dopo tre mesi di emergenza – è ancora impreparato, nonostante le decine di task force. Questi due mesi di lockdown sarebbero dovuti servire ad organizzarsi, in vista della riapertura, per effettuare test a tappeto, anche degli asintomatici, con esito in poche ore, per isolare prima possibile i positivi e prevenire la diffusione del contagio tracciando tempestivamente i contatti. Di questo fondamentale, propedeutico passaggio non si sa nulla. Restiamo alle numerose testimonianze di sintomatici anche gravi che hanno aspettato giorni prima di venire sottoposti al test, degli operatori sanitari che sono ancora in attesa di farlo, di test sierologici ancora del tutto inaffidabili. Il disastro è organizzativo e il governo Conte continua a nasconderlo usando il lockdown come diversivo, facendo credere che il virus si sconfigga restando chiusi in casa ed evitando di incontrarsi, quando chiusure e distanziamento sociale sono solo una parte della strategia, nemmeno la principale e certamente temporanea, come si ormai è compreso dalle esperienze di altri Paesi.
Il secondo aspetto anch’esso completamente taciuto da Conte ieri sera è quello economico. Per ripartire servono soldi: alle imprese indennizzi, e non debiti, per alleviare le perdite subite con il lockdown e i minori introiti che le aspettano nei prossimi mesi. E le attività che ripartiranno, se tutto va bene, solo a giugno, dopo ben tre mesi di mancati incassi e con la prospettiva di ulteriori mesi di magra? Servono soldi anche alle famiglie che hanno visto dissolversi dall’oggi al domani quote importanti di reddito, per risollevare la domanda e la fiducia. Dov’è la cigs? Dove sono i soldi, quelli veri? E il tema scuola, eluso anch’esso: come faranno i genitori che lavorano? C’è il congedo speciale, certo, ma al 50 per cento, quindi perderanno metà stipendio.
A quasi due mesi dall’inizio del lockdown, il governo Conte non ha ancora messo un euro vero nelle tasche di famiglie e imprese preferendo aspettare l’Europa, nell’illusione di poter moltiplicare pani e pesci a Bruxelles, il che ovviamente non è avvenuto né avverrà, né era sensato aspettarsi che avvenisse. Ma intanto ieri sera il premier ha buttato lì, en passant, che bisogna fare le riforme: ce le chiederà il Mes, hanno già deciso di chiedere il prestito.
Abbiamo un’alternativa? Sì. E siamo ridotti al punto da farci ricordare da una agenzia di rating, da Standard & Poor’s, che Paese siamo, la forza che ancora abbiamo, e da farci indicare la via tra le righe, come spiega Musso nel suo articolo di oggi.
Ma a questo punto, sorge il sospetto che prolungare il lockdown serva più che altro al presidente Conte per blindarsi a Palazzo Chigi, allontanare i fantasmi di Draghi e Colao, per mantenere in sella un governo traballante: finché si passa da una fase all’altra, ma sempre nell’emergenza e in un clima da democrazia sospesa, non è possibile nemmeno immaginare, senza venire accusati di sciacallaggio e irresponsabilità, un cambio al timone.
Lorenzo Castellani l’ha sintetizzato alla perfezione su Twitter: “Più fasi ci sono, più il governo è stabile. Semplice.”
E trapela, nelle parole del premier ma anche nelle dichiarazioni di altri esponenti di governo, come i ministri Di Maio e D’Incà, la tentazione di approfittare dell’emergenza e della compressione delle libertà costituzionali per dar vita ad un qualche esperimento di ingegneria sociale ed economica.
Lo stesso presidente del Consiglio ha preannunciato “una stagione intensa di riforme”, parlato di “occasione per cambiare radicalmente le cose che non vanno”. Riforme in pieno lockdown? Con un Parlamento che si riunisce a singhiozzo, con la metà dei parlamentari in aula e il minimo delle votazioni, scavalcato dai Dpcm? Con la gente chiusa in casa che non può manifestare, i posti di blocco, i diritti politici (di riunione e associazione) sospesi, le elezioni rinviate?
A stridere sono anche il piglio e l’eloquio da preside pedante: noi concediamo… noi permettiamo… noi vietiamo… noi impediamo… Non si maneggiano con tali espressioni libertà fondamentali non solo garantite dalla Costituzione, ma iscritte nel diritto naturale, non una gentile concessione del governo, nemmeno in una fase emergenziale.
È arrivato il momento per i leader delle opposizioni di assumersi la responsabilità di iniziative straordinarie, non limitandosi alla lista della spesa delle loro controproposte, altrimenti cominceranno a rendersi complici di danni irreparabili inferti sia al nostro stato di diritto che alla nostra economia.
Il sospetto è che l’ora più buia non sia già alle nostre spalle, perché abbiamo scavallato il picco dell’epidemia, ma che sia ancora davanti a noi. - Fonte
7 commenti:
TESTO DI ANNA ATTOMA.
Ne condivido ogni parola.
Stasera ascoltando l'ennesimo suo discorso (le avevo suggerito un bel comunicato stampa) mi sono detta "sono tonta" perché dopo 30 minuti non avevo capito assolutamente in cosa si differenziasse la fase 1 dalla 2. Così, ho aspettato un po' e dopo un’oretta ho riascoltato il suo discorso. Dopo un pò mi sono trovata a sorridere perché mi sono resa conto che non sono proprio tonta o stupida ma che davvero non c'era nulla da capire perché nulla è stato detto.
Però anche stavolta voglio sottolineare alcuni punti che si evincono dalle sue parole che citerò testualmente nei virgolettati:
"Ci stanno guardando con ammirazione e io sono la punta di questo sistema". Mi dice chi ci sta guardando? Chi sta ammirando un Paese che sta morendo economicamente? Un Paese che non produce? Chi ammira un governo che sta lasciando i suoi cittadini in mano agli STROZZINI e alle MAFIE?
È stato un ripetere di: "NOI CONSENTIAMO, NOI PERMETTIAMO". Bene, Le dico in confidenza che un Presidente del Consiglio non consente nulla, non permette nulla, LA LIBERTÀ DEI CITTADINI IN UNO STATO DEMOCRATICO NON È A DISPOSIZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, che sta violando giorno dopo giorno la nostra magnifica costituzione. LA LIMITAZIONE DELLA LIBERTÀ SEMMAI DEVE ESSERE DECISA E VOTATA DAL PARLAMENTO E NON LO DECIDE UN DPCM. Si prepari, perché ci sarà un momento in cui saremo noi a non consentire a lei di continuare.
"Stiamo valutando, pensiamo di provvedere, stiamo studiando”. Presidente, si è accorto che siamo a Maggio e gli imprenditori hanno bisogno di fatturare e il fatturato è dato dalla libertà di movimento delle merci e delle persone? E' uno dei principi base dell'economia. COSA c'è ancora da valutare?
Ha ripetuto come un mantra "Riapriremo i ristoranti per l'asporto MA ATTENZIONE NESSUN ASSEMBRAMENTO." E qualora si formassero? Manderà i droni o i poliziotti come è stato fatto per quel tipo in spiaggia che prendeva il sole in solitaria, mentre 40 boss mafiosi sotto il 41 bis lasciavano le carceri per ritornare a casa con i biglietti aerei pagati dal DAP (quindi nostri soldi) e il tacito benestare del ministro?
Inoltre, ci ha permesso (GRAZIE!) che potremo ricongiungerci con i nostri cari ma "NO PARTY " ripetuto ben tre volte. Ma lei crede davvero che gli italiani dopo questo lungo periodo di segregazione abbiano voglia di buttare tutto all'aria e di fare feste e party? Io credo che oltre al desiderio dei propri cari il pensiero sarà il lavoro e cercare di portare a casa la pagnotta.
Poi, ha iniziato a darci delle date e ho sperato ingenuamente che ci dicesse cose importanti per la nostra economia e per la vita sociale. Invece ho ascoltato per ben 3 minuti i dettagli per chi e come fare sport all'aperto. E per esempio sulla famiglia, sulla scuola, su tutto l'indotto del turismo, dei servizi, dei trasporti? Sui tamponi, sui test di immunità? Il Nulla!
...segue
Nel contempo però, abbiamo imparato che il 18 Maggio apriranno i MUSEI. Ottimo...Scusi ma la logica? Anche qui le chiedo: perché la mia fantastica estetista Rosy che lavora da sempre in sicurezza, con guanti e mascherina che riceve una persona alla volta e che sterilizza tutto, invece deve rimanere chiusa ancora più di un mese? Siamo sicuri che avrà ancora la possibilità di tirar su la claire il 1 Giugno? C'è qualcuno che lì al governo abbia mai gestito un centro estetico, un bar, un ristorante? C'è tra tutti gli esperti nei vari tavoli di task force, pagati profumatamente, qualcuno che sappia concretamente di cosa si sta discutendo??
Agli italiani, che ha incensato all'inizio del suo discorso, ancora una volta, lei chiede sacrifici ma a noi sembra che ci stiate facendo un test. Ci state mettendo alla prova? In ben 17 regioni tutte queste limitazioni sono ingiustificate e immotivate, lo dicono i numeri e non la sottoscritta. I virologi e gli immunologi per loro natura e studi ci vorrebbero in casa fino alla produzione del vaccino. Ma le svelo un segreto: É LA POLITICA CHE DEVE PRENDERSI DELLE RESPONSABILITÀ DECISIONALI, SE NO LA PROSSIMA VOLTA ELEGGEREMO I VIROLOGI.
Concludo dicendole che purtroppo non abbiamo capito molto ma di 4 cose, molti di noi sono certi, ovvero che: 1.) non esiste una manovra economica dello Stato ma un INDEBITAMENTO di ogni singolo imprenditore. 2.) molti Stati Europei stanno portando via alle NOSTRE AZIENDE fette importanti di mercato 3.) QUESTO GOVERNO È DEBOLE NON HA UNA ROAD MAP E UNA STRATEGIA ECONOMICA E SOCIALE. 4.) potremo giocare al SUPERENALOTTO!
IN CONCLUSIONE NEANCHE CON 400 ESPERTI LEI E I SUOI AMICI, GIGINO IL BIBITARO, IL GRANDE FRATELLO E COMPAGNIA BELLA, SIETE CAPACI DI FARE "COPIA E INCOLLA".
IN ULTIMO, SE DOMANI MORISSI, MI PIACEREBBE CHE AL MIO FUNERALE CI FOSSERO PIÙ DI 15 PERSONE E NON SOLO CONGIUNTI. LEI NON È NESSUNO PER DECIDERE DELLA MIA VITA E TANTO MENO SULLA MIA DIPARTITA!
Per chi ha più tempo si vada a leggere" MISURE DI SICUREZZA DA ADOTTARE NEGLI IMPIANTI SPORTIVI" , PER OGNI SINGOLO SPORT È STATO EMESSO UN DOCUMENTO REDATTO DA 10 PROFESSORI DOTTORI ESPERTI, le prime 5-6 pagine fanno tutte riferimento a normative del dopo guerra.
Un autocrate da reality: strage della Costituzione per cinici calcoli politici, nel silenzio-assenso del Colle
http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/un-autocrate-da-reality-strage-della-costituzione-per-cinici-calcoli-politici-nel-silenzio-assenso-del-colle/
CamaleConte sta assumendo il colore dell'ambiente che lo - e ci - circonda in maniera nauseabonda e al contempo terrificante, purtroppo: MARRONE SCURO MALEODORANTE E PUTRESCENTE... mi fermo qui per carità di Patria e, voglio sperare, per non apparire un "profeta di sventura" di infaustissima roncalliana G23esima vaticansecondista e nefasta memoria! Che Iddio Onnipotente ci venga in aiuto e soccorso in questo tempo di tenebra... Preghiamo con immensa e costante fiducia, sempre più intensamente... Il Sacratissimo Cuore Immacolato di Maria Corredentrice TRIONFERÀ‼️ Ella schiaccerà il capo del nemico infernale... L.J.C.✝🇮🇪🕊💒
Alto tradimento della Costituzione. E' questo il principale reato che avrebbe commesso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in base alla denuncia depositata lo scorso 22 aprile tramite raccomandata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma dall'avvocato di Napoli Cesare Peluso.
"Il punto principale - spiega l'avvocato Cesare Peluso ad Affaritaliani.it - riguarda quanto ha sottolineato il giudice Sabino Cassese e cioè che quello che sta accadendo con la pandemia da coronavirus non è equiparabile a una guerra. Pertanto non doveva essere applicato l'articolo 78 della Costituzione bensì l'articolo 117. Gli atti e i provvedimenti dovevano quindi essere presentati dal presidente della Repubblica e non dal premier. Conte è un professore universitario e non può non saperlo".
https://www.affaritaliani.it/cronache/denunciato-il-premier-conte-alto-tradimento-della-costituzione-669070.html
firenzepost
LENTE D’INGRANDIMENTO
Conte agisce al di fuori del dettato costituzionale e con modi autoritari. Lo afferma ex presidente della Consulta
di Paolo Padoin
CORONAVIRUS: TUTTE LE NOTIZIE
AVVERTIMENTO DIRETTO AL PREMIER, SENZA CITARLO
CARTABIA, PRESIDENTE CONSULTA: IN COSTITUZIONE NON C’È SPAZIO PER DIRITTO SPECIALE IN TEMPI SPECIALI, SILURO AL PREMIER
DI PAOLO PADOIN - MARTEDÌ, 28 APRILE 2020 10:26 - CRONACA, POLITICA, PRIMO PIANO, SALUTE E BENESSERE, TOP NEWS
Marta Cartabia, presidente della Corte Costituzionale, ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ROMA – Oltre ai vari pareri politici e di esperti costituzionalisti, l’avvertimento più pesante all’abitudine del premier Conte di procedere a forza di Dpcm viene dalla Presidente della Consulta, Marta Cartabia. Nella relazione annuale sul funzionamento della Corte si legge questo passaggio illuminante: «Anche in piena fase di emergenza da coronavirus, il sistema istituzionale e giuridico resta quello previsto dalla Costituzione, nella quale non c’è spazio per alcun diritto speciale in tempi speciali. Semmai, la crisi si contrasta rafforzando ancora di più la collaborazione e il coordinamento fra le varie istituzioni, dal Parlamento al Governo, dalle Regioni alla magistratura. La piena attuazione della Costituzione – si legge in un passo centrale del documento – richiede un impegno corale, con l’attiva e leale collaborazione di tutte le istituzioni, compresi Parlamento, Governo, Regioni, Giudici. Questa cooperazione è anche la chiave per affrontare l’emergenza».
Infatti, sottolinea la presidente della Consulta, «la Costituzione non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali; e ciò per una scelta consapevole. Ma offre la bussola anche per ‘navigare per l’alto mare aperto’ nei tempi di crisi, a cominciare proprio dalla leale collaborazione fra le istituzioni, che è la proiezione istituzionale
della solidarietà tra i cittadini».
Una bacchettata micidiale alla prassi anticostituzionale del premier dalla pochette ben stirata, ma anche a tutti quelli che questa prassi hanno sopportato e agevolato, a partire da Mattarella, dalla magistratura allineata e da buona parte delle sinistre interessate a tenere sotto chiave il popolo italiano.
https://www.firenzepost.it/2020/04/28/cartabia-presidente-consulta-in-costituzione-non-ce-spazio-per-diritto-speciale-in-tempi-speciali-siluro-al-premier/
Se milioni di pecore, spaurite, ascolteranno e vedranno solo ciò che suona il pifferaio magico, allora andremo tutti in schiavitù.
È il momento di svegliarsi.
(Giulietto Chiesa)
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