Vedete: da cattolico diffido dello stato anche nella sua declinazione liberale. Detesto tutte le inframmettenze della mano pubblica nella vita dell’individuo. Dall'informazione alla scuola. Dalle arti all'economia.
Per questo non sarei mai stato fascista. Per allergia a ogni statolatria – “Tutto per lo stato, tutto attraverso lo stato, tutto dallo stato – e perché, scendendo di molti gradini, detesto le uniformi, specie quando sono obbligatorie.
Ma semmai, per giovanile o senile rimbecillimento, fossi stato fascista, dopo il 1938 delle leggi razziali e il 1939 del Patto d’Acciaio con la Germania nazista, avrei chiuso ogni legame politico con il regime e personale con chiunque ne fosse espressione; si trattasse pure del mio capopalazzo.
Per le STESSE ragioni sono stato e sono anticomunista. Perché il culto della classe condusse, ha condotto e sempre condurrà, come quelli della nazione e della razza – alla medesima statolatria. Con il suo fatale corteggio di violenze – da quelle private a quelle genocidarie - di intolleranze e, alla fine, di stupidità diffusa. Di cervelli ammassati davanti all’altare di uno stato che è tutto. Che vuole tutto. Che è totalitario, appunto.
Purtroppo l’Italia repubblicana si dice fondata sull’antifascismo e non sull’antitotalitarismo. Ed è quindi zoppa. Oltre che valorialmente instabile perché non si fonda uno stato solo su un’opposizione a qualcosa. Lo si fonda su un valore positivo. La libertà, ad esempio. Ma la costituzione italiana fonda pasticciatamente la repubblica “sul lavoro”: un’eco corporativa e fascista per mettere d‘accordo i costituenti cattolici dossettiani e comunisti.
Ma, più ancora, l’Italia è fondata sulla menzogna. Anzi, su una serie di menzogne che associo ad altrettante date:
28 OTTOBRE 1922.
Mussolini è nominato Presidente del Consiglio e raccoglie in parlamento - i suoi fascisti sono solo 35 - una maggioranza larghissima. In senato – tra i padri coscritti c’è Croce. Cfr sotto - quasi l’unanimità. Nel 1924 le elezioni le stravince a mani basse. E, nei successivi plebisciti, gli italiani, che nel segreto dell’urna avrebbero potuto scrivere anche “Mussolini vaffanculo”, regalarono al loro duce percentuali tanto alte da essere imbarazzanti.
2 SETTEMBRE E 17 NOVEMBRE 1938: LE LEGGI RAZZIALI.
NON È VERO che gli italiani si allontanarono dal regime a partire dalle leggi razziali. Gli italiani occuparono i posti pubblici tolti agli ebrei e comprarono a prezzo vile i loro negozi o studi professionali. E ci si collocarono comodi e in pace con se stessi.
22 MAGGIO 1939:
Patto d’Acciaio. Non piacque, certo. Ma soprattutto ai fascisti. A quelli storici, fatto salvo quel fesso di Farinacci e il giovane e fanatico Pavolini – un Travaglio dell’epoca ma più colto.
10 GIUGNO 1940.
Ingresso in guerra. Si dice: “Gli italiani non volevano la guerra”. No: gli italiani pensarono, come Mussolini, che la guerra fosse già finita e che si entrasse a cose fatte come sciacalli per raccogliere i resti di una vittoria tedesca. E gli andava benissimo. La guerra seguitò? Gli italiani se la tennero. Fino ad El Alamein. Cioè fino a quando si cominciò irrimediabilmente a perderla. E infatti, solo 9 mesi dopo,
IL 25 LUGLIO DEL 1943
Mussolini fu messo in minoranza e fatto cadere dai SUOI fascisti. Risorse nella RSI – sulla cui ampia compagnia di giro si guardi più sotto - fino a quando non fu assassinato dinanzi alla cascina De Maria, all’alba del 28 aprile del 1945, assieme a Clara Petacci. I loro cadaveri furono POI “fucilati”, forse da certo Walter Audisio, sul lungo lago, presso Giulino di Mezzegra di Como, davanti al cancello di una villa disabitata.
Tre giorni prima il
25 APRILE 1945
gli Alleati attraversarono il Po e invasero la pianura padana. Solo allora il CLN diede l’ordine d‘insurrezione generale. Cioè mentre i tedeschi fuggivano o trattavano rese locali. DOPO il 25 aprile, i cinquantamila partigiani che combattevano dal ’43 – egemonizzati dalla comuniste Brigate Garibaldi, che volevano sostituire una dittatura nero-bruna con una rossa – diventarono 380.000. E bella ciao.
PERCHÉ TANTE MENZOGNE? Non voglio inanellare concetti e rischiare di annoiarvi. Anche qui mi limiterò a un elenco – oh quanto difettivo e manchevole. Un elenco d’ italiani molto illustri che furono fascisti. Salvo rinnegamento postumo. Insomma amici miei: abbiam raccontato bugie perché – fatte delle limitate e luminosissime eccezioni – in Italia, fisicamente e metaforicamente, stettero tutti per vent'anni e più ad applaudire sotto il balcone del loro duce. Salvo dileggiarne il cadavere quando era morto.
E via con l’elenco.Furono fascisti o filofascisti, per convinzione o furbizia
(poeti e scrittori, artisti)
Massimo Bontempelli,
Vincenzo Cardarelli,
Giuseppe Ungaretti,
Alfonso Gatto,
Ardengo Soffici,
Cesare Pavese,
Salvatore Quasimodo, Curzio Malaparte, Elsa Morante,
Alberto Moravia,
Ignazio Silone, (addirittura spia fascista)
Guido Piovene,
Elio Vittorini,
Ugo Pratt,
Giuseppe Berto,
Vasco Pratolini,
Vitaliano Brancati,
Dino Buzzati,
Giovanni Comisso.
Mino Maccari,
Renato Guttuso.
(attori, registi e gente di spettacolo)
Eduardo De Filippo,
Dino Risi,
Roberto Rossellini,
Carlo Lizzani,
Enrico Albertazzi,
Tino Carraro,
Salvo Randone,
Vittorio De Sica,
Marcello Mastroianni,
Ugo Tognazzi,
Dario Fo,
Enrico Maria Salerno,
Renato Rascel.
(critici e professori universitari, in carica o in pectore ) – quelli in carica in realtà giurarono tutti fedeltà al regime SALVO 14. Ma rammento solo ALCUNI tra quelli che si segnalarono per l’antifascismo - se non per la militanza comunista – a duce morto.
Giulio Carlo Argan,
Norberto Bobbio,
Carlo Bo,
Guido Carli,
Margerita Hack
Massimo Mila,
Concetto Marchesi,
Guido Manacorda.
Non ci infilo Croce e la sua COMODISSIMA OPPOSIZIONE per carità di patria e perché, in fondo, professore non lo fu mai. Ma almeno questo resti: prefando I pavidi di Cesare Merzagora – futuro politico DC - paragonò gli ebrei “popolo eletto” ai nazisti “razza eletta”. E aggiunse che gli ebrei posseggono un' inaccettabile “doppia cittadinanza spirituale”.
(giornalisti: (sono brevissimo)
Enzo Biagi,
Giorgio Bocca,
Eugenio Scalfari,
Vittorio Veltroni (cattolico molto pio, con voce esaltata fece la sua radiocronaca della visita di Hitler a Roma. Mentre PIO XI lasciava la città perché vi si onorava una croce che “non era quella di Cristo”)
Ruggero Orlando
(politici: e qui sono brevissimo davvero)
Amintore Fanfani,
Aldo Moro (con venature razziste),
Giovanni Spadolini,
Paolo Bufalini,
Ugo La Malfa,
Davide Lajolo.
_____________________________________________________
ADDENDUM ESPLICATIVO
Romano Bilenchi scrittore, amareggiato, disse a Togliatti che gli chiedeva di entrare nel PCI: “Ma sono stato fascista!”
“Siete stati tutti fascisti.” rispose gelido il capo del PCI. (Biagio Buonomo)
Nessun commento:
Posta un commento