giovedì 7 maggio 2020

La mente totalitaria del governo Conte

Lo Stato moderno nasce con un’idea semplice ma vera: il controllo del potere. Infatti, il potere assoluto diventa teocratico e la teocrazia è un regime istituzionale in cui un uomo è Dio. Se lo vogliamo dire in due parole possiamo dirlo così: ogni potere per essere sia legittimo sia efficace deve essere limitato perché non esiste un sapere assoluto capace di legittimare un potere assoluto. Esiste un’eccezione? Sì, il governo Conte II in Italia. L’esecutivo dei “pieni poteri” che ha messo insieme la ingiustificata superbia intellettuale della sinistra e la volgare mentalità statalista del grillismo ritiene di sapere ciò che nessuno sa – il bene dell’umanità – e su questa presunzione fatale ha condannato un’intera nazione e i suoi sessanta milioni di abitanti a fermare vita e pensiero proprio come se Lui, il governo Conte e il Comitato tecnico-scientifico, ne fosse il padrone assoluto.

Si tratta di un’idea molto stupida. Non solo perché priva uomini e donne del loro maggior bene nel momento del maggior bisogno: la libertà. Ma anche perché non dà ciò che promette: la sicurezza. Il caso italiano dell’epidemia da Covid-19 è esemplare, praticamente un caso di scuola: il governo prima ha sottovalutato tutto – si ricorderà che Giuseppe Conte andò in televisione da Lilli Gruber e disse: “Tutto è sotto controllo” – quindi è stato intempestivo ed ha chiuso le stalle quando i buoi-virus erano scappati. Ma poi, per completare il capolavoro, si è presentato altamente impreparato alla cosiddetta Fase 2: infatti, non ha organizzato sul territorio la strategia metodica della “sorveglianza attiva”, che si basa sulla trafila di tamponi, positivi, isolamento, tracciamento e oggi il virologo Andrea Crisanti, il sociologo Luca Ricolfi, il giurista Giuseppe Valditara firmano sul Corriere della Sera un appello affinché finalmente il governo, fuori tempo massimo, cambi finalmente rotta e faccia i tamponi di massa perché è dimostrato che più tamponi equivale a meno morti.

Il disastro italiano, ossia l’elevatissimo numero di morti e l’impoverimento complessivo del Paese, era evitabile o era annunciato? Pur considerando sia la difficoltà del problema epidemiologico sia la sua rilevanza mondiale non si può fare a meno di vedere che in Italia il morbo ha incontrato il terreno fertile della mente totalitaria e della cultura statalista. Non è per nulla un caso che proprio in Italia si è sùbito innescato il folle dibattito: meglio la Cina o meglio l’Occidente? Meglio la dittatura o meglio la democrazia? Solo chi non crede nella propria civiltà e solo chi non conosce il valore insopprimibile della libertà può porsi domande di questa natura.

La libertà, infatti, non è un ostacolo alla sicurezza ma è la sola cultura, tanto umanistica quanto scientifica, sul cui terreno può crescere e si può ottenere sicurezza. Una sicurezza – ecco il punto da chiarire e tenere sempre bene a mente – che per quanto ben concepita e ben realizzata sarà sempre relativa perché il concetto di sicurezza totale si dice ma non si pensa. È un’illusione, non una realtà. Un’illusione che si paga a caro prezzo perché lo Stato Sicuro o Totale è irresponsabile per definizione perché è incontrollabile. E allora chi sarà responsabile? Chi pagherà, anche con la vita? Gli ex cittadini.

Gli stessi discorsi dei costituzionalisti – sia quelli seri, sia quelli semiseri, sia quelli della domenica – sul cosiddetto equilibrio dei diritti (salute, sicurezza, lavoro, proprietà, libertà individuali) lasciano il tempo che trovano se considerano la libertà un diritto tra i diritti, mentre la libertà è proprio ciò che permette di concepire lo stesso equilibrio. È stranoto, infatti, o dovrebbe esserlo, che nemmeno la celebre dottrina dell’equilibrio dei poteri di Montesquieu è in grado di garantire libertà se noi a nostra volta, come osservava con rigore Croce, non abbiamo quella indispensabile cultura della libertà che ci permette di pensare con la testa e di attuare con il coraggio l’equilibrio e la limitazione dei poteri. Insomma, colui che si priva della libertà per vivere in sicurezza è come quel tale che si privò dell’aria per respirare.

Questo è il cuore di tutta la vicenda che abbiamo vissuto in questi mesi e nella cui storia ancora siamo: la cultura della libertà è garanzia di sicurezza mentre la subcultura della sicurezza non solo è garanzia di illibertà ma anche di insicurezza. Lo Stato moderno riposa sul rapporto tra sicurezza e libertà: non c’è l’una senza l’altra. Con l’avvertenza, però, che il primato spetta sempre alla libertà. Se, infatti, attribuiamo il primato alla sicurezza diventiamo vittime o di un inganno o di un autoinganno in cui il governo di turno o il comitato o il giudice o lo scienziato o l’ingegnere o il militare – mettete voi la figura che vi aggrada – riesce a negare insieme sia la libertà sia la sicurezza.
Oggi, purtroppo, questa mentalità totalitaria, che s’incrocia con una certa vocazione al servilismo e alla servitù e a farsi accudire materialmente e spiritualmente dal paternalismo statale, è diffusissima nelle classi dirigenti che altro non sono che il frutto della mezza cultura dell’uomo-massa. È da qui che nasce l’idea illiberale che ci debba essere sempre qualcuno o qualcosa, un Ente o un’Organizzazione, che autorizzi il nostro pensiero e il nostro volere. È l’idea scema e pericolosa di mettere le braghe al mondo. È la decadenza della libertà. - Fonte

9 commenti:

Anonimo ha detto...

*Mes, Zanni/Campomenosi (Lega), Mes mette in pericolo futuro dell’Italia*

Bruxelles, 8 mag - “Da questo Governo e da questa Europa, l’ennesima sconfitta per l’Italia e per gli italiani. L’esito dell’Eurogruppo, messi da parte i toni propagandistici di chi vuole consegnare le chiavi del Paese alla troika, confeziona un Mes in cui rimangono condizionalità e sorveglianza, ovvero quegli elementi ai quali la Lega si oppone da sempre. Dopo mesi di annunci a vuoto, smentite in diretta tv e perdite di tempo, convergono ora su quanto era sul tavolo fin dall’inizio, una soluzione del tutto insufficiente, non percorribile e alquanto pericolosa. Spiace che il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, una delle più alte cariche in Europa, dimostri con i suoi commenti di faticare a comprendere le comunicazioni e le leggi che regolano l’Ue. Con il Mes, il premier Conte e il ministro Gualtieri svendono il futuro del Paese e mettono le ganasce anche ai futuri governi, che saranno costretti a fare i conti con questa scelta disastrosa. A pagare il conto di questa sceneggiata, purtroppo, saranno gli italiani”.

Così in una nota gli europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente gruppo Identità e Democrazia, e Marco Campomenosi, capo delegazione Lega al Parlamento Europeo.

Anonimo ha detto...

Giorgia Meloni:
Ricordo a me stessa, e non solo, che il MES è un trattato internazionale, non un programma della UE, e che quindi non basta una lettera di Gentiloni o un vago impegno politico per cambiarlo. Quando e se il trattato verrà cambiato, ipotesi per la quale serve l'unanimità degli Stati membri dell’eurozona, valuteremo il nuovo trattato. Ma finora non è accaduto, e il trattato in vigore prevede delle condizioni molto rigide per chi accede al fondo salva stati. Condizioni come la sorveglianza rafforzata che infatti ci saranno, come si evince chiaramente dalle parole del commissario europeo Gentiloni e non solo.
La trappola per topi si sta facendo più raffinata, ma temo rimanga una trappola per topi.

Anonimo ha detto...

“ Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!“

Anonimo ha detto...

Early Warning System
Tra le condizioni applicate agli Stati che decidessero di ricorrere al MES, inserite nel documento sottoscritto all'Eurogruppo di oggi anche dal governo italiano nella persona di Gualtieri, c'è l' "Early warning system" (punto 5), cioè un sistema di "allarme anticipato" che sostanzialmente giustifica la richiesta di restituzione tempestiva del denaro dato in prestito. In parole povere, sarà comunque il MES a decidere come stringere o allentare il cappio.
Conte, Gualtieri, PD e M5S sono davvero traditori della Patria.
Giuseppe Palma
#Contebugiardo #Contedimettiti

Anonimo ha detto...

«La trappola della Germania per far accettare il MES all’Italia» (Paolo Becchi)
https://www.money.it/Piano-Germania-MES-Italia-Paolo-Becchi

Anonimo ha detto...

La lettera di ieri a firma di Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis esclude che sulla progettata nuova linea «sanitaria» del Mes venga esercitata una «vigilanza rafforzata» – che avrebbe un carattere macroeconomico – ma non smentisce che un controllo normale vi sia sul Paese beneficiario del prestito, all’accesso e nel «durante». D’altro canto, non è chiaro se il particolare finanziamento durerà soltanto, come sarebbe stato previsto inizialmente, finché dura l’epidemia con la conseguenza che, alla cessazione di quest’ultima, il regime del prestito diventa quello normale con tutti i connessi previsti controlli. Anche quelli tanto temuti da parte di molti politici italiani da quel momento in poi. Il rischio insomma è che molto entusiasmo con cui è stata accolta la lettera Gentiloni- Dombrovskis rischi poi la doccia fredda fra qualche mese.

Anonimo ha detto...

Visti gli ultimi sviluppi sul Mes, alcuni amici (sapendomi appassionato della materia) mi hanno invitato ad esprimere un parere.
Non ho neanche intenzione di affrontare la questione relativa alle condizionalità, che comunque ci sono, eccome se ci sono.
Spendo solo due parole per ricordare che l’Eurogruppo, ai sensi del TFUE (prot. n. 14) è un organo "informale", le cui riunioni sono appunto informali. Ergo, non può prendere alcuna decisione di carattere normativo (ma solo politico). Per l’approvazione serve consenso del Parlamento Europeo e del Consiglio (maggioranza qualificata). In definitiva il documento dell’Eurogruppo ha il valore giuridico di una pacca sulla spalla.
Ma la vera questione è un’altra. L’Italia, partecipando al capitale del Mes per circa il 18%, ad oggi tra versamenti e garanzie già prestate si è indebitata per 58 miliardi, pagando il 2% di interessi. Quando restituirà il prestito ricevuto dal Mes per le spese sanitarie dovrà di nuovo indebitarsi sul mercato pagando il 2% di interessi. E ci raccontano che il Mes non ci costa niente! Paghiamo il 4% per ricevere in prestito i soldi nostri. Creiamo inoltre un creditore privilegiato, il Mes appunto, la qual cosa ci indebolirà sul mercato dove gli altri creditori, declassati a creditori junior o secondari, pretenderanno interessi più alti.
Ma ci serve liquidità, potrebbe obiettare qualcuno. Vero, e ne serve tanta aggiungo, tantissima. Sarebbe bastato raddoppiare, triplicare l’emissione di Btp vista la disponibilità della Bce a garantirne l’acquisto. Di emetterne non a 10 anni ma a 50/100 anni, così da monetizzare il nuovo debito. Di offrire condizioni preferenziali solo sul mercato nazionale. Avremmo pagato il 2%, pure il 3% di interessi? Tanto nel primo caso (con la Bce che li storna alla Banca d’Italia) quanto nel secondo gli interessi rimarrebbero in Italia.
Penso non ci sia altro da aggiungere, l’argomento Mes è estinto.
Luca Ferrari

Anonimo ha detto...

Luca Ferrari
Non conviene rischiare, perché come da regolamento TWO PACK 472/2013 non esiste MES SENZA CONDIZIONALITÀ.
L'art.7 di questo regolamento stabilisce che lo stato membro che riceve assistenza finanziaria dal MES, predispone con la commissione un progetto di programma di aggiustamento macroeconomico. Uno stato quindi, può effettivamente fruire a condizioni minime dell'assistenza finanziaria del MES. Tuttavia, qualora si verifichi uno SCOSTAMENTO SIGNIFICATIVO dalle previsioni macroeconomiche iniziali (eventualità niente affatto impossibili per l'Italia), il Consiglio potrebbe apportare MODIFICHE al programma originario, ANCHE IN ASSENZA del consenso dello stato debitore. E dal par. 5 si capisce che NON vi sono garanzie che misure più incisive non possano essere introdotte UNILATERALMENTE in una fase successiva.
Dopo l'ultimo Eurogruppo, sul sito del MES, si trova SCRITTO che si applica l'EARLY WARNING SYSTEM per assicurare il rimborso dei soldi prestati, ossia i membri del MES devono monitorare costantemente le CONDIZIONI FINANZIARIE dello Stato a cui viene concesso il prestito, (e ciò significa anche eventualmente stando sul posto), e, se vedono un rischio, possono contattare le autorità di controllo per scavare IN PROFONDITÀ (testualmente scritto!) nei numeri!
Nella lettera Gentiloni- Dombrovskis è scritto: "AL MOMENTO non vediamo margine per applicare monitoraggio", ma dato che per statuto IL MONOTORAGGIO SI APPLICA POST PROGRAMMA, figurati se non verranno trovate motivazioni per APPLICARLO!
Detto questo, il prestito MES comunque pur presentando, secondo loro, "finanziamenti a tassi agevolati" è assurdo, visto che si tratta di interessi su soldi dei quali NOI, CON CIRCA 60 MILIARDI, ABBIAMO DATO UNA COSPICUA PARTE.
Inoltre, 36 miliardi in 10 anni, al tasso dello 0,11%, vuol dire che dobbiamo restituire circa 3,7 miliardi ogni anno. Quasi un punto di Iva l'anno.
E il governo che cosa farà? Ovviamente consolidamento fiscale, un massacro per la piccola e media impresa. Il tutto sotto sorveglianza della Ue. Il MES potrà infatti chiedere la "restituzione tempestiva" a cui ho accennato prima.
P.S.: La Spagna ha fatto sapere che non intende ricorrere al MES.

Anonimo ha detto...

“È evidente ormai anche alla sinistra che Conte, abbia sospeso di fatto la democrazia per il suo personale consenso.
Ha mantenuto metodi intollerabili dopo tre mesi di emergenza perché gli consentono un enorme potere personale.
Torniamo immediatamente a votare per ricostruire il Paese con un governo eletto, coeso, che abbia programmi chiari.
Non una sommatoria tra maggioranza giallo-verde e giallo-rossa con ricette opposte e contraddittorie.
(Meloni al Corriere della Sera)