Oggi la sentenza della Corte Costituzionale di Karlsruhe, con la sua esplicita richiesta di giustificare l’operato della BCE, viene a porre, dal punto di vista tedesco, un fortissimo limite all’indipendenza dell’ente. In una breve sentenza si pone un colpo di spugna a trent’anni di “Banche centrali indipendenti”.
Con grandissimo tempismo Rinaldi pone la domanda direttamente alla responsabile della Sorveglianza Bancaria della BCE, Enria, ecco la domanda:
Con grandissimo tempismo Rinaldi pone la domanda direttamente alla responsabile della Sorveglianza Bancaria della BCE, Enria, ecco la domanda:
Dott Enria,
considerata la precedente sentenza favorevole della ECJ (Corte di Giustizia Europea), dove il QE a pieno titolo è stato considerato uno strumento di politica monetaria, pertanto nelle attribuzioni della BCE e non di politica economica, così come previsto dall’art. 121 del TFUE il quale ne attribuisce la determinazione al Consiglio e alla Commissione e soprattutto per ribadire le assolute indipendenze statutarie sia della BCE stessa che del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), non si ritiene che i programmi in essere e futuri di acquisto in titoli sovrani debbano comunque procedere a prescindere (sottolineo a prescindere) da qualsiasi posizione assumerà la Bundesbank (BUBA) per adeguarsi alle decisioni della Corte di Karlsruhe in agenda proprio per oggi?
In ultima analisi, non crede che le decisioni della Corte tedesca, qualsiasi esse siano, possono essere una ottima occasione per ribadire l’indipendenza della BCE? Questo è il vero problema. Grazie.
Nel video potrete sentire la risposta che possiamo riassumere in sole tre parole “Non ho le competenze”….
8 commenti:
Ho visto che la stampa italiana sfuma il senso della sentenza. Ma l’articolo della FAZ (qui sotto) è molto più categorico: la BCE non può essere indipendente nella sfera costituzionale tedesca. Dunque non “ja, aber...” come nelle precedenti sentenze, ma questa volta: NEIN!
https://www.faz.net/aktuell/politik/ezb-urteil-ende-einer-buergerfernen-selbstherrlichen-eu-16755183.html?
Andrea Sandri
The German Calhoun
La Corte costituzionale tedesca dichiara nulla la sentenza della Corte di giustizia europea che ammette il ricorso illimitato della BCE al "quantitative easing": viola la Costituzione tedesca perché carica il contribuente tedesco di obblighi fiscali non approvati dal legislatore nei limiti costituzionali.
"L'UE è un'unione di Stati e il debito deve essere codeciso dagli Stati, non autonomamente deliberato da un banca".
Potrebbe essere l'inizio della fine dell'UE.
La Corte costituzionale tedesca ha aperto alla Germania la porta per lasciare l’euro
di Cesare Sacchetti
A quanto pare, la già fragile tenuta dell’eurozona ha ricevuto un altro tremendo colpo ed è stata la Corte costituzionale tedesca a sferrarglielo.
In una sentenza emanata proprio quest’oggi, i togati della Corte di Karlsruhe hanno difatti accolto il principio che il quantitative easing, ovvero il programma di acquisti di titoli di Stato sul mercato secondario varato dalla Bce, possa avere potenziali profili di illegittimità verso i trattati UE.
I giudici tedeschi hanno preso in esame il ricorso presentato da un gruppo di giuristi e accademici che hanno sostenuto che il ricorso prolungato a questo tipo di politica monetaria stia di fatto violando sia la legge fondamentale tedesca sia gli stessi trattati europei.
La questione nasce dall’interpretazione dell’art.123 del trattato di funzionamento dell’Unione europea.
In base alla lettera di questo articolo, sussiste infatti uno stretto divieto imposto sia alla banca centrale europea sia alle banche centrali nazionali degli Stati membri dell’eurozona di acquistare direttamente dal mercato primario i titoli di Stato degli stessi Paesi membri e allo stesso tempo di finanziare il loro deficit attraverso l’emissione di moneta.
Per aggirare l’ostacolo che vieta appunto il finanziamento diretto da parte della Bce degli Stati membri, l’istituto di Francoforte è ricorso quindi all’acquisto dei titoli di Stato sul mercato secondario.
In altre parole, la Bce non compra i titoli quando vengono emessi direttamente dal governi nazionali, ma li acquista quando questi sono stati già immessi sui mercati di capitali.
In questo modo, la Bce ha dato vita ad un programma di acquisto dei titoli dell’eurozona pari a ben 2 trilioni di euro, senza il quale probabilmente l’euro sarebbe già crollato sotto la sua stessa instabile struttura.
Ma dalle parti di Berlino, il QE non è mai stato troppo gradito perchè questo abbassa i tassi di interesse e diminuisce i profitti dei risparmiatori.
Non solo. L’establishment tedesco non ha mai apprezzato questo stratagemma perchè sostanzialmente viene visto come un aggiramento illecito dei trattati europei.
La Corte costituzionale tedesca nella sentenza odierna non si pronuncia a favore di una diretta violazione dei trattati UE o della legge fondamentale della Germania, ma apre la porta all’idea che il principio di proporzionalità nell’utilizzo di questo strumento sia stato abbondantemente superato e contesta alla Bce di essere andata ben oltre le sue competenze.
Ecco cosa scrivono i togati a questo proposito.
“La Corte Costituzionale federale non è legata dalla decisione della Corte di Giustizia dell’UE, ma deve attuare la sua propria interpretazione per determinare se le decisioni dell’Eurosistema sull’adozione e l’esecuzione del programma di acquisto dei titoli pubblici (PSPP) resti dentro le competenze affidategli nell’ambito del diritto dell’UE primario. Dal momento che queste decisioni sono prive di sufficienti criteri di proporzionalità arrivano a eccedere le competenze della BCE.”
https://lacrunadellago.net/2020/05/05/la-corte-costituzionale-tedesca-ha-aperto-alla-germania-la-porta-per-lasciare-leuro/
La sentenza della Corte costituzionale tedesca è una bomba. I giudici tedeschi dicono che il QE è sproporzionato. Se entro 3 mesi non si cambia, la Bundesbank potrebbe abbandonare il QE. La Corte ha preparato alla Germania la via per uscire dall'euro.
oppure
La sentenza della Corte Costituzionale Tedesca è epocale e mette al palo la BCE sull'acquisto dei titoli di Stato dei paesi membri, un fatto che porta verso il fallimento totale indovinate chi? Noi. Una Corte Costituzionale che non se ne fa passare una sotto il naso mentre quella di casa nostra è stata complice dell'incostituzionalità dei Trattati Europei che hanno fatto cedere la Sovranità in blocco, cosa appunto vietata dalla nostra Costituzione ma che per ignoranza o convenienza non interessa a nessuno, né ai politici venduti e né al popolo. Grande la Germania che con questo atto tenta la mossa finale: o se ne vanno loro dalla UE, oppure la BCE deve finirla di comprare il debito soprattutto di quegli schiavi italiani. Finirà con la seconda ipotesi, altro che MES senza condizioni!
Mentre in Italia alcuni giornaloni diffondono la notizia (falsa!) che la corte costituzionale tedesca non avrebbe in sostanza cambiato nulla rispetto alla situazione attuale, il prof. Paolo Becchi – che è stato professore universitario anche in Germania – ha tradotto dal punto di vista letterale un breve passaggio fondamentale della sentenza odierna della corte di Karlsruhe:
“Gli Stati membri dell’Unione Europea, anche dopo l’entrata in vigore del contratto (Trattato) di Lisbona, restano signori (padroni) dei trattati, e la soglia verso lo Stato federale non è stata oltrepassata“.
Morale della favola: gli Stati Uniti d’Europa non esistono e non possono esistere. Gli Stati membri della Ue restano sovrani sui Trattati europei. La Germania di sicuro. In buona sostanza, la UE non esiste se non in funzione dell’interesse nazionale tedesco.
Con buona pace dei soloni eurofanatici di casa nostra.
Giuseppe Palma
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