lunedì 20 aprile 2020

Facciamo noi la fase due: via il virus dal video

Attenzione, attenzione il contagio si trasmette per televisione. Si chiama covideo ed è una derivazione diretta del virus che sta devastando il mondo. Non uccide, almeno non direttamente, ma produce patologie terribili che intaccano il cervello, il fegato, la bile, l’animo e il morale delle persone. Il contagio avviene per via oculare e auditiva, si trasmette su tutti i canali video quando ci sono programmi, dibattiti, servizi, tg dedicati al virus e contorni, ben oltre lo sfinimento del pubblico. Non sto scherzando, non è il momento di scherzare. Vi sto consigliando una terapia. Autarchica, senza bisogno di andare in farmacia, di farsela prescrivere da alcuno. Semplice ma efficace. È la nostra fase due, quella della fuga stando in casa, del distanziamento sociale dal televirus e dai suoi protagonisti, caratteristi e comparse.

Dopo aver ottenuto le informazioni necessarie sulla situazione sanitaria e i suoi riflessi, abbandonate tutti i programmi che vi parlano del contagio, che vi fanno vedere le solite scene e le faccine mascherate, che raccontano, commentano, fanno previsioni sulla durata, su quando uscirne, e come, e con quale gradualità. In particolare cambiate velocemente video appena vi annunciano conferenze stampa in merito, messe cantate di commissari impotenti, di scienziati in dissenso tra loro, di economisti che sparano cupi messaggi o Mes; protettori civili che si limitano a dire numeri falsi e ovvietà ormai risapute. In modo speciale evitate il video appena appare un politico, peggio se un ministro, e peggio di tutti un signore col naso a pipa, la voce stitica, i capelli tinti dalla vanità, che vi parla sempre di ciò che farà e mai di ciò che è stato davvero fatto, che si complimenta con se stesso mentre il paese è in ginocchio o peggio in barella. Spegnete, cambiate canale, meglio i cartoni animati e le previsioni del tempo. Rispondete all’hastag #iorestoacasa con l’hastag #iorestoinbagno, appena in tv vi parlano di covid o appena vi appare il presidente del covid o altre figure lassative.

Non dico di spegnere il video che è la nostra zattera di salvezza in queste settimane ma fatevi una programmazione alternativa che escluda tutto quanto ruoti intorno al contagio. Basta vedere pure in video le mascherine, basta le immagini tremende, basta soprattutto i programmoni infiniti in cui tanti onniscienti ci spiegano cos’è il virus, cosa fare, cosa non fare, chi sono i buoni e chi sono i cattivi, se avremo l’estate oppure no, se il nonno potrà uscire solo se accompagnato dai genitori, se andremo in vacanze o il massimo sarà una gita intorno al condominio e una cabina con lettino in portineria.
Non se ne può più, abbiamo già visto. Non bastava il morbo c’è anche il video morboso, non bastava il contagio c’è la sua amplificazione televisiva, coi mille ripetitori.

L’uomo è un essere curioso e vario, da sempre lavora, vive situazioni diverse, socializza, gioca, muore se è ridotto solo a una cosa; finora si è occupato di amori, sport, film, idee, letture, teatro, sesso, fede e d’altro. Anzi, a proposito. Il boom dei programmi dedicati alle messe e ai riti è la prova che stiamo cercando altro, vogliamo guardare in cielo, uscire dalla realtà profana, aspettiamo miracoli, santi, apparizioni e cerchiamo protezioni più affidabili di quelle civili. Meglio la preghiera che il dibbbattito, meglio la liturgia che l’ennesimo collegamento sanitario. Non se ne può più di raccomandazioni – stare a casa, lavarsi le mani, stare distanti, umanità pussa via – non se ne può più di frasi ripetute tipo “non abbassare la guardia” e menate simili.

Se volete sapere il minimo necessario su quel che succede col virus, scegliete i notiziari più scarni, magari radiofonici, meglio se integrati con la lettura di giornali. Il pregio dei giornali rispetto alla tv è che scegliete voi da chi farvelo raccontare e come, in che misura e fino a che punto, cosa leggere e cosa saltare, senza subire passivamente l’onda lunga, la marea vasta e l’informazione di regime che vi sommerge passivi con la Ripetizione dell’Identico. Nell’informazione, nell’intrattenimento, perfino nella pubblicità.

Basta virus, mascherine e blablabla. Selezionate i canali e i programmi in base alla lontananza dal Tema Dominante; se vi parlano di passato, di futuro, di fantasy, di Tutto meno che di Quello. Film, musica, documentari, viaggi in luoghi esotici, cabaret, storie, quiz, serial, gossip. Tutto meno che il Covideo. Ci sono più cose in cielo e in terra del virus.

Quel che vi sto esortando a fare è il passaggio alla famosa fase due, ma non quella che aspettiamo da giorni dal governo; ma quella che ci facciamo noi, subito, ciascuno a casa propria; senza uscire, va bene, ma vedendo e pensando quel che vogliamo noi. In fondo tutta la profilassi nazionale e mondiale messa in moto è fondata solo su di noi: stare a casa, lavarsi continuamente le mani, tenere le distanze, fabbricarsi mascherine, tutine faidate visto che dallo stato non arriva un beato tubo. E allora visto che tutto è nelle nostre mani, la fase due ce la facciamo noi, ma ce la facciamo senza di loro. È il nostro passaggio al bosco o la nostra fuga virtuale in mare, la nostra rivolta sedentaria, la nostra anarchia da divano, la nostra lotta partigiana col telecomando. Si, osserviamo le leggi ma non osserviamo voi, i vostri programmi, il vostro corso intensivo per il peggioramento della specie, per il rincoglionimento sanitario di massa, l’ansia di Stato e la depressione di regime, e il tentativo – il più schifoso – di trarre profitto politico, share o altri vantaggi dalla tragedia. Cambiare canale è il nostro vaccino. Basta, fratelli, è ora di cambiare. La vita è altrove.
MV, La Verità 16 aprile 2020

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La natura elimina i virus artificiali, creati in laboratorio, facendoli decadere durante le successive mutazioni. Lo sostiene il premio Nobel francese Luc Montagnier.

Una vecchia massima dice che il tempo è il miglior giudice di tutte le cose, ma a ben vedere ci riesce perché opera non con il suo semplice scorrere ma con l’aiuto decisivo dei fattori naturali, che sono sempre all’opera in maniera silenziosa, costante e inesorabile.

Nel caso del Coronavirus, questi fattori consistono nei meccanismi di di replicazione dell’Rna, un nastro trasportatore dell’informazione genetica, simile al nostro Dna, che contiene la struttura essenziale per la sopravvivenza e la riproduzione del Covid-19. Senza quel particolare tipo di conformazione dell’Rna, il Covid-19 non sarebbe ciò che è e non provocherebbe le conseguenze disastrose che ben conosciamo.

A parlarne in un podcast televisivo di medicina francese è lo scienziato francese, premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier, nto per essere stato lo scopritore dell’Hiv, ma anche molto contestato nella comunità scientifica per le sue tesi ardite e fuori dal coro. Di recente ha sostenuto che il Coronavirus sarebbe un virus manipolato, uscito per errore da un laboratorio di Wuhan, dove si studiava un vaccino contro l’Aids.

Nella nuova intervista televisiva, Montagnier ha ribadito la sua tesi secondo cui il Covid-19 sarebbe stato creato artificialmente nell’istituto di ricerca di Wuhan e involontariamente rilasciato all’esterno. La produzione, quindi, sarebbe stata volontaria, mentre la diffusione sarebbe avvenuta in maniera incolpevole.

Sarebbe accaduto questo: gli scienziati cinesi, impegnati nella creazione di un vaccino contro l’Hiv, avrebbero innestato alcune parti di questo virus sull’Rna del Coronavirus, creando così il Covid-19. “Un lavoro da professionisti, biologi molecolari, molto minuzioso, quasi da orologiaio”, ha detto Montagnier.

Ma proprio da qui nasce il punto debole della nuova creatura che si è propagata in tutto il mondo, infettando quasi due milioni e mezzo di persone e provocando, ad oggi secondo di dati della Johns Hopkins University riportati dall’Adnkronos, 165.238 vittime.

Anonimo ha detto...

....segue

Infatti “i virus cambiano in continuazione, hanno sempre mutazioni“, e in questo caso la modifica ripetuta miriadi di volte nei successivi passaggi evolutivi gioca contro il Coronavirus perché – sostiene Montagnier “la costruzione artificiale ha poche possibilità di sopravvivere“.

Lo scienziato non parla in astratto ma nello specifico, perché dichiara di aver analizzato molti pazienti infetti da Covid-19 nella città americana di Seattle, riscontrando e misurando il progredire di queste mutazioni che già si stanno verificando e faranno in modo che il Coronavirus progressivamente decadrà, anzi afferma che già “sta scomparendo, questo è un barlume di speranza”. Il premio Nobel è sicuro che “la natura non accetta alcuna manipolazione molecolare ed eliminerà questi cambiamenti innaturali”.

Volendo parafrasare lo scienziato e approfondire il suo ragionamento, è quasi come se i meccanismi evolutivi riconoscessero ciò che sfugge ai metodi di produzione naturale e condannino i prodotti artificiali alla sicura estinzione, anche quando sono opera di un sofisticato lavoro di ingegneria genetica operato dalle mani dell’uomo; esperte, ma non abbastanza per ingannare a lungo la natura stessa nel suo complesso evolutivo.

Perciò – ha proseguito Montagnier -“anche se non si fa nulla le cose miglioreranno”, ma nel frattempo (glissando sulle domande dell’intervistatore che gli chiedeva precisamente quando il virus sarà sconfitto) ha dovuto riconoscere che “ci saranno ancora molti morti”.

Ma non ci sarebbe bisogno di aspettare il corso degli eventi: qui Montagnier arriva a suggerire una sua personale soluzione, questa volta però basata su ipotesi anziché su dati osservati: “Le onde elettromagnetiche potrebbero aiutarci a distruggere selettivamente le parti nocive del virus”, sempreché riuscissimo a individuare le frequenze adatte e il bersaglio giusto tra le 30mila parti base che compongono la sequenza Rna del Covid-19; di cui però già sappiamo – sempre da Montagnier che ha studiato il genoma e lo afferma – che “ce ne sono circa mille che sono state modificate inserendo, nell’iniziale struttura del Coronavirus, le parti proprie del virus dell’Hiv”.

Se Montagnier avesse ragione, queste sequenze genomiche alterate che contraddistinguono il Covid-19 come organismo misto e intermedio rispetto alle “famiglie” di base dei Coronavirus da un lato e dell’Hiv-Aids dall’altro dovrebbero scomparire – prima o poi perché sui tempi lo scienziato non si è sbilanciato – per effetto delle mutazioni naturali successive o con l’aiuto di onde elettromagnetiche mirate. A quel punto il Coronavirus si sarebbe distrutto da solo e il mondo si libererebbe dalla pandemia. Ma per merito precipuo della natura e non dell’uomo.

L’AUTORE: Paolo Remer
https://www.laleggepertutti.it/390842_se-il-coronavirus-e-manipolato-si-distruggera-da-solo